Catania - Continua l'attività eruttiva dai crateri sommitali dell'Etna e la nube di anidride solforosa sprigionata è arrivata sopra la Cina: il satellite Sentinel 5 ha documentato il fenomeno. Si tratta di una nube composta da SO2, appunto: gas incolore di odore pungente e biossido di zolfo.
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Dopo il decimo evento della sequenza iniziata lo scorso 16 febbraio, le spettacolari immagini, da ammirare a distanza di sicurezza, nascondono la dura convivenza di chi vive in prossimità del vulcano. La pioggia di lapilli e l'enorme quantità di cenere stanno mettendo a dura prova la provincia etnea e i danni al settore agricolo si prospettano ingenti. Dalle produzioni danneggiate in maniera irreversibile e già denunciate dalle aziende florovivaistiche, agricole e vitivinicole si aggiungono i costi per rimuovere la cenere vulcanica dai tetti delle abitazioni e i mancati introiti garantiti dal turismo per via della pandemia di coronavirus. L'analisi dell'Ignv Attraverso l'analisi delle immagini delle telecamera di sorveglianza dell'Ingv-Oe si è osservato che il campo lavico si è sviluppato ramificandosi in tre differenti bracci, il flusso maggiormente esteso ha interessato il settore occidentale della Valle dei Bove estendendosi sino a circa 1.800 metri sul livello del mare. Allo stato attuale l'ampiezza del tremore vulcanico è su valori medi e la sua sorgente risulta in prossimità del cratere Bocca Nuova, dove è anche localizzato un alto numero di eventi infrasonici. Le colate di lava arrivate nella Valle del Bove durante la fasi dei giorni scorsi non sono più alimentate e i fronti sono in raffreddamento.
Il magma eruttato nel corso delle ultime settimane all’Etna porta con sé un carico di gas importante poiché, risalendo molto rapidamente verso la superficie dalle zone profonde del sistema di alimentazione del vulcano, non riesce a perdere buona parte del suo quantitativo originario di volatili. I gas più abbondanti nei magmi dell’Etna sono l’acqua, l’anidride carbonica e l’anidride solforosa. Questi, al contrario delle ceneri e lapilli che quasi immediatamente ricadono al suolo producendo i problemi che tutti noi stiamo osservando, possono raggiungere gli strati più elevati della troposfera o entrare addirittura nella stratosfera. Da quel momento in poi partecipano a dinamiche di dispersione guidate da venti di alta quota che si muovono con velocità molto più elevate rispetto ai venti di bassa quota. Questo giustifica il fatto che, anche in pochi giorni, sono in grado di trasportare le nubi di gas su scale continentali.