Palermo - Liste d’attesa, la prestazione deve essere garantita.
Qualora il Cup non riesca, dovrà attivare il cosiddetto “percorso di tutela”, anche dal privato.
Quante volte abbiamo cercato di prenotare una visita o un esame sentendoci dire che bisognava aspettare mesi per via di liste d’attesa troppo lunghe?
O ancora che le agende di prenotazione erano (e sono!) chiuse e che quindi era necessario tornare più avanti?
Per arginare il fenomeno, illegale, delle “agende chiuse”, la Regione prova a dare una risposta, creando il “Team per la gestione del percorso di tutela”. Una applicazione della normativa nazionale che potrebbe costare molto cara al SSN, aprendo la maglia delle prestazioni, in regime di convenzione, dall'erogatore “privato”.
Di cosa tratta?
Chi accede a questo percorso?
Si tratta di un percorso di tutela pensato per offrire risposte più vicine ai bisogni sanitari della popolazione, in linea con quanto stabilito dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa.
A questo percorso di tutela accedono tutti quei cittadini provvisti di richiesta del Servizio nazionale sanitario “prima visita specialistica” o “prima prestazione diagnostica” (escluse le visite di controllo) per le quali l’azienda non riesce a garantire la visita o la prestazione, presso uno degli erogatori pubblici o privati accreditati, nei tempi di garanzia previsti dalla classe di priorità dal medico prescrittore. L’istanza dell’utente dovrà essere presa in carico, comunque.
Sarà il coordinatore del Cup aziendale, a questo punto, ad attivarsi per trovare un posto disponibile tramite quelli che si rendono disponibili dalle rinunce, disdette, pulizie liste o tramite attività aggiuntive previste da progetti finalizzati o tramite l’individuazione di un erogatore privato accreditato. Il tutto dovrà chiudersi nella tempistica prevista dalla classe di priorità della ricetta. Per le attività rese in regime di attività libero professionale intramuraria, il cittadino sosterrà solo il costo del ticket.
Una nota del 5 marzo scorso dell’assessorato alla salute ha richiamato l’Asp di Ragusa ad applicare il decreto assessoriale n.212 sul recepimento dell’accordo tra lo Stato, le regioni e le provincie circa le liste d’attesa. La notizia sembra essere sottaciuta dai vertici aziendali, nonostante uno degli adempimenti previsti dalla nota assessoriale sia proprio la pubblicità e diffusione della notizia.