Modica - Correva il 26 settembre di 120 anni fa quando su Modica si abbatté un violento temporale. Già a partire dal giorno prima, il 25, il diluvio colpì incessantemente la città ragusana facendo accumulare in 24 ore una quantità di pioggia pari a quella che generalmente pare si raccogliesse allora nel corso di un intero anno. Una catastrofe naturale: campi e strade vennero totalmente invasi dall’acqua, distruggendo l'economia agricola locale. L’alluvione, alimentata dallo straripamento dei torrenti Jannimauro e Pozzo dei Pruni, acquisì una forza e una velocità inarrestabili, viaggiando a circa 50 km/h.
Un fronte d‘acqua stimabile in circa 11 metri di altezza arrivò fino alle spalle della chiesa di Santa Maria di Betlem. La massa di fango e detriti che a monte del quartiere Vignazza si era raccolta in un invaso irruppe nel centro abitato travolgendo ogni cosa trovasse davanti. Il nubifragio fece crollare il ponte della Catena, oltre a diverse case che sarebbero state spazzate via dalla piena. Alle 4 del mattino del 26 settembre si contarono 112 vittime in una ventina di minuti.
Ci vollero giorni per recuperare i corpi, trascinati fino a Donnalucata, alla foce del torrente Motucano. Aiuti e soccorsi arrivarono immediatamente da tutta Italia, incluso l’elemosiniere di papa Leone XIII: la notizia della strage arrivò perfino sulle pagine dei giornali stranieri. Nella fotogallery, alcune immagini storiche del tempo. Sabato scorso, presso la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi di Modica, è stata aperta gratuitamente al pubblico una mostra, con documenti d’epoca autentici, incentrata anche sull’eco internazionale che ebbe il disastro. Oggi è l'ultimo giorno utile per visitarla, dalle 17 alle 20.