Ragusa - I No Vax sono molti meno dei No Green Pass, segno che le due categorie politico-sociali non sempre coincidono. I primi sono soprattutto cittadini ideologizzati da medici-influencer e santoni online che adescano adepti sui social con le fake news. I secondi invece spaziano da candidati politici di destra e separatisti; agli ultrà di calcio che si sentono limitati negli stadi; a studenti, docenti e professori universitari, che si presupponevano più istruiti. Questi portano avanti una battaglia senza leader ma tramite appelli e raccolte firme, appoggiate pure da alcuni sindacati di base. Non sono contro i vaccini ma, altrettanto ideologicamente e paradossalmente, contro la loro necessità per accedere ad alcune attività e servizi: è una questione di cieco principio, più personale che costituzionale, che accomuna i due tipi in Sicilia.
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Secondo un recente sondaggio Ipsos, a livello nazionale i No Vax votano al 24% la Lega, il 22 FdI, il 20 5Stelle, e il 17 sono indecisi. Dei 5.300 sanitari siciliani ancora non vaccinati, almeno un migliaio è già stato sospeso o "diffidato": un paio, colti a far propaganda sul web, rischiano la radiazione dall'albo. La fucina dei No Pass sull’Isola è, invece, nella scuola e negli atenei con ragazzi, insegnanti che - dimentichi di vivere in uno stato di diritto e dei tanti contagi tuttora in atto - si appellano a una non meglio declinata “democrazia” scambiata, all’italiana, con la libertà di fare quello che gli pare. Sul fronte istruzione sono 16mila i siciliani non vaccinati immunizzati. Per loro è meglio continuare con la comoda didattica da remoto, altrettanto remunerata per i docenti e più facile per i giovani scansafatiche.