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Papa Francesco, condizioni ancora in miglioramento, servono giorni per sciogliere prognosi

Papa Francesco, condizioni «ancora in miglioramento, ma il quadro resta complesso: servono giorni di stabilità per sciogliere la prognosi»

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Roma - «Le condizioni cliniche del Santo Padre si confermano anche nella giornata odierna in miglioramento. Oggi ha alternato ossigenoterapia ad alti flussi con ventimask», cioè la mascherina a ossigeno. È quanto si legge nel bollettino vaticano diffuso oggi in serata riguardo alle condizioni di salute di Papa Francesco, giunto al suo quattordicesimo giorno di ricovero al Policlinico Agostino Gemelli. «In considerazione della complessità del quadro clinico», però, «sono necessari ulteriori giorni di stabilità clinica per sciogliere la prognosi», si legge ancora nel bollettino, che sottolinea come oggi il Papa abbia «dedicato la mattina alla fisioterapia respiratoria alternandola al riposo, mentre il pomeriggio dopo una ulteriore seduta di fisioterapia si è raccolto in preghiera nella Cappellina dell'appartamento privato, ricevendo l’Eucarestia; quindi si è dedicato alle attività lavorative». 

Le notizie arrivano a conclusione di una giornata che Francesco ha passato tra riposo, prosecuzione delle terapie e attività lavorative. All'ora di pranzo è stata celebrata la messa nella cappella del Gemelli. «Due poli orientano il pontificato di Francesco, la semplicità e l'essenzialità. Una certa sobrietà, anche quando viene qui in ospedale, ci dice non voglio dare fastidio, il suo passare dal retro» ha detto il cappellano del policlinico, don Nunzio Currao, durante la celebrazione dedicata alla «salute» e alla pronta guarigione di papa Francesco, ma particolarmente sentita dai tanti che hanno partecipato anche per la scomparsa in queste ore, sempre al Gemelli, del chirurgo vascolare Gregorio Cina, che ha prestato per moltissimi anni la sua opera al Policlinico.

Nel pomeriggio, prima della diffusione del bollettino con l'aggiornamento delle condizioni di salute, c'è stato un consulto tra gli specialisti che seguono la degenza del pontefice, proprio per l'adeguamento delle terapie. Papa Francesco, 88 anni, è ricoverato dal 14 febbraio scorso: giunto inizialmente per una bronchite - che già gli aveva fatto saltare alcuni appuntamenti nei giorni precedenti - è stato costretto poi, a causa di una infezione polimicrobica, ad affrontare una polmonite bilaterale, il cui decorso, secondo quanto è stato rivelato ieri, è «regolare». Il momento più duro, durante questi giorni di ricovero, è stato tra sabato e domenica: sabato, il pontefice ha avuto una pesante e lunga crisi respiratoria che ha costretto i medici ad applicare l'ossigeno ad alti flussi; una carenza di piastrine, scoperta dagli esami del sangue, ha spinto i sanitari ad effettuare delle trasfusioni. Domenica, a questo quadro si era aggiunta la notizia di una «iniziale» insufficienza renale. Nella serata di lunedì, al termine di una giornata piena di ansia, il bollettino del Gemelli aveva parlato però di «condizioni cliniche» che, «nella loro criticità, dimostrano un lieve miglioramento». un termine ripetuto anche nei giorni successivi, martedì e mercoledì.

Le informazioni giunte ieri sera parlavano di un pontefice impegnato anche nella fisioterapia respiratoria, e toglievano dal quadro clinico l'insufficienza renale, ormai risolta. Il rischio più grande, evidenziato dai sanitari nel corso di una conferenza stampa tenutasi venerdì al Gemelli, è che l’infezione in corso - al momento confinata ai polmoni - si estenda agli organi vitali: una complicanza che, nella terminologia medica, è chiamata sepsi.


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