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«Papa Francesco ha dormito tutta la notte e sta riposando». Ieri due crisi respiratorie

«Ha sofferto per la mancanza di respiro»

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Roma - Il Papa ha dormito tutta la notte, ora prosegue il riposo. Così la sala stampa della Santa Sede nell'ultimo bollettino sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da 18 giorni. Nell'ultimo aggiornamento di ieri diffuso dal policlinico i è parlato di due altre due crisi respiratorie nello stesso giorno, la terza e la quarta da quando è in ospedale: «due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da un importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo». Non una cosa rassicurante, significa che per due volte il Papa ha patito «la sofferenza di una persona a cui manca il respiro», spiegano in Vaticano. I medici, per liberare la respirazione, hanno dovuto eseguire due broncoscopie «con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni». 

La conseguenza immediata è che il Pontefice è dovuto tornare alla «respirazione meccanica non invasiva», la mascherina che copre bocca e naso e soffia ossigeno nelle vie respiratorie, un tipo di ventilazione che rappresenta un livello superiore rispetto all’ossigenoterapia cui è stato per lo più sottoposto da quando è stato ricoverato il 14 febbraio. Di certo «è stato un pomeriggio un po’ difficile», sospirano Oltretevere. In fondo non si può neppure dire che sia successo qualcosa di inatteso, ed è questo il problema. La crisi respiratoria di venerdì scorso seguiva quella della settimana precedente, in entrambi i casi si diceva fossero rientrate, non c’erano state conseguenze e danni ulteriori ai polmoni. Queste crisi ricorrenti rientrano tuttavia nel «quadro clinico complesso» nel quale Francesco si trova: potrebbero essercene altre, insomma. Perché «il quadro generale ha delle criticità, come le due avvenute», si dice, e c’è poco da fare. Il problema è che il Papa ha una bronchite cronica che si è acuita all’inizio di febbraio, alla quale si è aggiunta la polmonite bilaterale diagnosticata dopo l’arrivo al Gemelli. Non una situazione semplice, in un uomo di 88 anni che patisce problemi respiratori dal ricovero del 29 marzo 2023, quando si sentì male dopo un’udienza generale. Con il passare del tempo il problema è peggiorato, la bronchite si è fatta cronica, e la terapia di cortisone che ha preceduto il ricovero, e con la quale si intendeva facilitare la respirazione, ha abbassato le difese immunitarie e favorito l’«infezione polimicrobica» che ha colpito entrambi i polmoni.

Ieri mattina si era svegliato dopo una notte serena, aveva dormito bene, fatto colazione e cominciato le terapie della giornata, pareva tutto a posto. E invece le crisi sono ricominciate: «L’accumulo di muco è una conseguenza della polmonite bilaterale, una reazione da parte dei bronchi e dei polmoni che accumulano muco per eliminare i batteri. Si genera quindi uno spasmo, una costrizione: si respira con maggiore fatica e si tenta di espellere ciò che c’è dentro». Così si naviga più che mai a vista, la prognosi rimane riservata, il Papa continua a non essere fuori pericolo. La parte positiva è che, in tutto questo, i valori degli esami del sangue restano invariati, segno che l’infezione non sta crescendo. Soprattutto Francesco «è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante». Ai piani alti della Santa Sede si assicura  che Francesco è «molto lucido» e sereno. Ieri, per forza di cose, ha cercato essenzialmente di riposare. Ma in questi giorni, nella sua stanza al decimo piano del Gemelli, cerca di lavorare almeno un po’, per quanto lo permettono le sue condizioni e la stanchezza inevitabile in un uomo molto anziano che si sta sottoponendo a una terapia antibiotica non certo leggera.


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