Roma - «Il Santo Padre ha sospeso la ventilazione meccanica non invasiva e ridotto anche la necessità dell'ossigenoterapia ad alti flussi». Il bollettino del Gemelli diffuso dalla Santa Sede mercoledì sera «conferma» che le condizioni cliniche di Francesco sono «in miglioramento», stavolta senza neppure premettere l’aggettivo «lieve». Già martedì si era fatto sapere che Francesco, per la prima volta dalla crisi respiratoria di fine febbraio, aveva passato la notte senza l’ausilio della ventilazione meccanica che soffia ossigeno nelle vie respiratorie attraverso una mascherina che copre naso e bocca: il Papa aveva sostenuto la respirazione notturna con la ventilazione ad alti flussi tramite cannule nasali, una forma di sostegno più leggera che in queste settimane usava solo di giorno.
Questo non vuol dire che non possa tornare ad usare la mascherina, talvolta: l’obiettivo è ridurre progressivamente sia la ventilazione meccanica sia quella con le cannule, ma ci vorrà del tempo. Che ora si parli di sospensione della ventilazione meccanica, comunque, è un buon segno. Intanto «continuano i progressi della fisioterapia motoria e respiratoria», gli esercizi che Francesco compie per reimparare, per così dire, a respirare da solo e in modo più efficace. Certo la situazione resta delicata, Francesco è un uomo di 88 anni ricoverato da trentacinque giorni per una polmonite bilaterale. Il 10 marzo è stata sciolta la prognosi, una settimana dopo le due ultime crisi respiratorie. Adesso la Santa Sede fa sapere che «le infezioni polmonari» sono «sotto controllo», anche se «non eliminate». I valori delle analisi cliniche e del sangue risultano nella norma e il pontefice continua a non avere febbre.
La degenza sarà ancora lunga, le dimissioni dall’ospedale «non sono imminenti» e quanto ai riti della Settimana Santa di Pasqua, dal 13 al 20 aprile, «non è stata presa ancora nessuna decisione», e del resto appare difficile che Francesco possa essere presente, anche perché la convalescenza sarà altrettanto lunga.