Roma - Parlare con i defunti, o almeno con i loro ologrammi, si può. Lo consente l'applicazione estensiva di StoryLife, un software di Intelligenza Artificiale che promette di riuscire a farci rincontrare e colloquiare con chi è nell'aldilà. Lo strumento, ad esempio, è già stato utilizzato a questo scopo durante il memoriale dell’attore Ed Asner, venuto a mancare nell’agosto del 2021 all’età di 91 anni. “Niente avrebbe potuto prepararmi a quello che stavo per testimoniare quando l’ho visto” dichiarò il figlio Matt. Il padre aveva registrato dei video con StoryLife prima di morire, preparando tantissime possibili risposte alle domande che la gente avrebbe potuto porgli dopo la sua morte. Un progetto guidato dallo storico Stephen Smith, ex capo della Shoah Foundation di Steven Spielberg.
Il centro è da tempo impegnato nella realizzazione dei profili di personaggi famosi - anche viventi - come il capitalista americano Tim Draper, con cui i fan possono interagire per chiedergli consigli, in questo caso soprattutto sugli investimenti finanziari. L'impresa consiste nel creare archivi sconfinati di domande e risposte che l'IA è in grado di rielaborare in maniera automatica, istantanea e originale consentendo all'algoritmo intelligente di "imparare" dall'enorme quantità di modelli e dati inseriti nella sua memoria. StoryLife non è l'unica realtà che sta tentando questa mission impossible, dal carattere trascendente e metafisico. Anche Somnium Space si sta a espandendo nel Web 3 creando avatar che sono immagini fedeli e soprattutto immortali del defunto con tanto di prossemica, posture, atteggiamenti, espressioni.
L’azienda è stata fondata da Artur Sychov, che iniziò a pensare a questo nuovo uso del metaverso 5 anni fa, quando a suo padre fu diagnosticata una forma aggressiva di cancro che lo avrebbe ucciso nel giro di pochi anni. La funzionalità del programma chiamata “Live Forever” permetterebbe di riprodurre non solo l’aspetto, ma movenze, carattere e tono di voce e di mantenere una sorta di database di queste caratteristiche al fine di avere dei cloni digitali dei defunti che, anche dopo il passaggio a miglior vita, possano continuare ad esistere e "vivere" nell'altro mondo rappresentato dal metaverso, una sorta di realtà parallela a quella fisica. Sul tema della privacy, Somnium Space risponde che il progetto è decentralizzato, utilizzando la blockchain, e non venderà alcun dato degli utilizzatori della piattaforma.
Pure Microsoft nel 2020 aveva già registrato un brevetto per un bot via chat, che potesse simulare il modo di scrivere del defunto studiandone il comportamento online dai social. L'interesse verso la finzione dell'eternità e la riproduzione di ciò che non c’è più in carne e ossa è altissima nel comparto tecnologico. MyHeritage è un sito che aiuta a compilare il proprio albero genealogico offre il servizio chiamato “Deep Nostalgia”, che anima le foto di famiglia, anche quelle in bianco e nero. HereAfterAI, invece, permette di registrare dei video per raccontare vecchie foto e far sì che i parenti possano porre domande sulla vita e le esperienze del defunto. Niente a che vedere, insomma, con la banale e limitatissima interazione con Google Home o le influencer virtuali di Instagram create con la computer grafica: queste sono qualcosa di estremamente banale e primitiva rispetto a ciò che ci attende in futuro. Non sarà la seduta mediatica che resuscita lo spirito del proprio caro, ma un'illusione in grado di andarci davvero vicino.