Pozzallo – Scade oggi, lunedì 14 febbraio, l’avviso ai naviganti emesso martedì scorso dalla Capitaneria di porto di Pozzallo riguardo la presenza di un sommergibile Nato in immersione nello specchio di mare antistante le coste ragusane. Non è chiaro se il bando, ancora consultabile sul sito ufficiale, sarà rinnovato o meno; fatto sta che, da almeno due settimane, il tratto di Mediterraneo a sud della Sicilia è teatro di un affollamento eccezionale di navi e sottomarini, russi e alleati.
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La gran parte è entrata nel bacino dall’oceano Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra, in direzione Mar Nero, per partecipare a rispettive e contrapposte “esercitazioni programmate da tempo”, giusto in coincidenza con l'aggravarsi della crisi ucraina. Anche se le parate militari si sono spostate più a Oriente, al largo di Creta e in Crimea, i mezzi aerei e marittimi della Nato continuano tuttavia a pattugliare silenziosamente il Canale di Sicilia, per intercettare e seguire a distanza eventuali new entry. Le autorità tricolori, dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini al Copasir, non manifestano preoccupazione per l'ingorgo navale vicino alle nostre acque territoriali.
Anche gli abitanti dell’Isola non stanno vivendo con apprensione queste grandi manovre. A Messina, in particolare, è ancora vivo in qualche anziano il ricordo di ciò che avvenne nelle ore immediatamente successive al terremoto del 1908, quando i primi soccorsi alla popolazione locale furono prestati proprio da equipaggi russi che si trovavano ad Augusta: allora le corazzate Cesarevtch e Slava e l'incrociatore Makaroff arrivarono ben prima dei soccorritori italiani. Adesso problemi, di carattere tecnico, potrebbero ripercuotersi soltanto sulle attività delle flotte di pescherecci: era esattamente a questo genere di pericolo che si riferiva l’alert pozzallese.
Nell'archivio della Capitaneria, il precedente risale al 7 maggio 2018 quando - anche in quel caso per un sommergibile - il comando raccomandò la massima cautela "al fine di garantire la sicurezza della navigazione e della salvaguardia della vita umana in mare", chiedendo a tutti di mantenersi "a debita distanza dalle unità operanti nell'area interessata". A proposito, le motovedette della Guardia costiera libica - che di solito furoreggiano, sparando e assaltando come pirati - in questo periodo sono sparite dai radar.