Attualità Annuncio della Pfizer

Quando arriverà il vaccino antiCovid in Italia? Tra febbraio e marzo 2021

E' già iniziata la produzione. Ento la fine del 2020 si potrebbero vaccinare 25 milioni di persone. Servirà almeno un anno prima che tutta la popolazione sia vaccinata

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/09-11-2020/quando-arrivera-il-vaccino-anticovid-in-italia-tra-febbraio-e-gennaio-2021-500.jpg Quando arriverà il vaccino antiCovid in Italia? Tra febbraio e gennaio 2021


Quando arriverà in Italia il vaccino della Pfizer contro il Coronavirus? La risposta è tra febbraio e marzo 2021. In Europa ne sono attese 300 milioni di dosi. Il vaccino anti-Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech è risultato efficace al 90 per cento nel prevenire la comparsa dei sintomi (e quindi la malattia) durante la fase 3 della sperimentazione, ancora in corso.

Il vaccino potrebbe arrivare in quantità massicce a fine 2021, con 1,3 miliardi di flaconi. Cinquanta milioni di dosi sarebbero invece distribuite entro la fine di quest’anno e basterebbero per 25 milioni di persone: la schedula infatti è di due iniezioni, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra. «Il vaccino si deve dimostrare efficace, il che significa che può aiutare a prevenire Covid in almeno la maggior parte dei pazienti trattati — fa sapere Pfizer —. In secondo luogo, cosa altrettanto importante, si deve dimostrare sicuro, con dati affidabili generati da migliaia di volontari. Infine dobbiamo dimostrare che può essere costantemente prodotto con i più alti standard di qualità. Rimaniamo in linea con le scadenze previste. Abbiamo avviato una revisione progressiva e accelerata con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) già dall’inizio di ottobre».

Come funziona il vaccino di Pfizer?
Il vaccino sviluppato dal gigante farmaceutico Pfizer (Usa) e dall’azienda tedesca BioNTech (fondata da immigrati turchi) utilizza una tecnologia innovativa: contiene nanoparticelle lipidiche (formate da grasso) che circondano una striscia di materiale genetico, l’Rna messaggero (mRna). Dopo che il siero è stato iniettato, la capsula adiposa trasporta il suo carico nelle cellule e l’Rna messaggero le istruisce a costruire la proteina spike, insegnando così al sistema immunitario a riconoscere e bloccare il coronavirus (che utilizza appunto la proteina spike per legarsi alle cellule umane). È lo stesso approccio utilizzato da un altro candidato vaccino, quello dell’azienda americana Moderna. Nel trial di Pfizer/BioNTech, che ha coinvolto circa 44mila volontari, ci sono stati fino ad oggi 94 casi di Covid: solo una decina si sarebbe verificata in persone che hanno ricevuto le due dosi di vaccino. I dati, analizzati da un Comitato indipendente, non sono stati ancora pubblicati, ma finora non sono emerse particolari questioni riguardanti la sicurezza: gli effetti collaterali riportati sono dolore nel punto dell’iniezione, stanchezza e febbre, più frequenti tra i giovani. La sperimentazione proseguirà fino a raggiungere 164 casi di Covid con sintomi.

Il vaccino sancirà la sconfitta del Covid?
Al momento non si conosce la durata della protezione, né il suo livello nei soggetti anziani». Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, su Medical Facts si lancia in un paragone calcistico: «Siamo al decimo del secondo tempo e stiamo vincendo 3 a zero. Teniamo duro, perché tra poco potrebbe arrivare la conferma definitiva dell’efficacia e la fine di questo incubo che stiamo vivendo da molti mesi».

Il vaccino conservato a 80 gradi sotto lo zero
Il vaccino deve essere necessariamente conservato a meno di 80 gradi sottozero. Dal punto di vista organizzativo, si tratta di una operazione molto complicata, per la quale andranno studiate strategie e preparate infrastrutture. Nel Regno Unito e in Germania la pianificazione della campagna di vaccinazione anti Covid è già cominciata, in Italia ancora si deve partire. In sintesi: prima della fine del primo semestre 2021 difficilmente nel nostro Paese sarà stata completata una vaccinazione massiccia. Discorso differente va fatto se invece il vaccino sviluppato da Oxford-Irbm-AstraZeneca sarà autorizzato entro la fine dell’anno: su questo non solo l’Italia ha una prelazione su milioni di dosi, ma anche dal punto di vista organizzativo, non dovendo ricorrere alle celle frigorifere per la conservazione, tutto sarebbe relativamente più semplice. Attualmente in totale sono 11 i vaccini arrivati alla fase 3 della sperimentazione, quella finale. Per 6 addirittura è già iniziata la somministrazione su alcune categorie di persone (in Cina all’Esercito e agli operatori sanitari di una zona del Paese, negli Emirati Arabi agli operatori sanitari, in Russia c’è l’approvazione per un primo utilizzo per due vaccini differenti). Va sempre ricordato che più vaccini risulteranno efficaci, più rapidamente sarà possibile superare la fase difficile della pandemia.

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I dati sulla sicurezza entro novembre
«I risultati dimostrano che il nostro vaccino a base di mRna può aiutare a prevenire Covid-19 nella maggior parte delle persone che lo ricevono — scrive Albert Bourla, presidente Pfizer, in un lettera pubblicata sul sito dell’azienda —. Però non possiamo chiedere l’autorizzazione alla Food and drug administration per l’uso in emergenza solo sulla base di questi risultati di efficacia. Sono necessari più dati sulla sicurezza, che stimiamo arrivino nella terza settimana di novembre. Voglio ringraziare le migliaia di persone che si sono offerte volontarie per la sperimentazione clinica, i nostri collaboratori e ricercatori, i colleghi in tutto il mondo che stanno dedicando il loro tempo a questo compito cruciale».

È già iniziata la produzione
Perché l’annuncio di Pfizer è così importante? «Si tratta del primo dato assoluto di efficacia di un vaccino anti-Covid in fase 3 nell’uomo — sottolinea Sergio Abrignani, immunologo, ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare «Romeo ed Enrica Invernizzi» —. Le due aziende hanno già iniziato la produzione e penso che le prime dosi, riservate a operatori sanitari e soggetti fragili, arriveranno in Italia tra febbraio e marzo 2021. Servirà almeno un anno prima che tutta la popolazione sia vaccinata».

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Il vaccino italiano
Potrebbe essere vicino al traguardo anche il vaccino di Oxford-AstraZeneca, sperimentato per la fase 3 in diversi Paesi, tra cui l’Italia. I test partiranno a dicembre nell’Azienda ospedaliera di Modena, uno dei sette centri italiani selezionati, con 300 volontari dai 18 anni in su (vengono esclusi immunodepressi, donne in gravidanza e persone che hanno sviluppato una forma acuta di Covid). I primi risultati arriveranno in 6 mesi, l’auspicio è che il vaccino possa essere disponibile ad aprile 2021. Quello di Oxford-AstraZeneca — già in fase 3 negli Stati Uniti, dove si attendono i primi risultati entro novembre — è uno dei due vaccini in corso di valutazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali. L’altro è quello di Pfizer/BioNTech.


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