Rabbit R1 vuole sostituire lo smartphone.
Una piccola scatoletta rossa (fantastico il design vagamente anni Settanta) ha raccolto moltissimo interesse e suscitato profonda curiosità, anche qui nel nostro paese, dove molti giornali ne hanno scritto: stiamo parlando di Rabbit R1. Si tratta di un dispositivo portatile, ideato dalla startup Rabbit Inc., che mira a sostituire l’utilizzo di un classico smartphone (almeno per alcune attività, per il momento) sovvertendone l’approccio via app: al posto di queste ultime, infatti, per completare una qualsiasi attività basterà premere un pulsante (fisico) e parlare al dispositivo. Magicamente, una serie di “rabbit” (conigli), né più né meno un insieme di script automatici, eseguiranno a quel punto la richiesta di turno, il cui output sarà visualizzabile sul piccolo schermo o ascoltabile mediante gli speaker integrati.
Non si tratta, qui, di vedere film o videogiocare, bensì di assolvere – dialogando semplicemente con il device e i suoi coniglietti virtuali – ad attività più o meno lunghe, noiose e/o ripetitive. Al momento, per esempio, sul sito della società si definiscono “optimal” attività quali la ricerca di qualcosa (si, ok, tipo Siri, Alexa e compagnia bella), l’ascolto di musica o contenuti audio, la traduzione real time, la pianificazione di viaggi ed itinerari e altre cosette interessanti. Sono in sviluppo e arriveranno col tempo – a detta della stessa startup – tutta una serie di altre attività, dal note-taking alle prenotazioni, per esempio, di un tavolo nel nostro ristorante preferito. Il tutto, sempre, semplicemente parlando. Ci sono diversi punti di interesse in questo modello e, certamente, non riguardano la piccola telecamera ruotabile del simpatico device o il mix di modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) basati su ChatGPT di OpenAI e di large action model (Lam) sviluppati da Rabbit Inc. su cui il sistema proprietario lavora.
Non più milioni di app per fare qualcosa, quindi (finalmente, si potrebbe aggiungere), ma la semplice e potente voce.
Colpisce la possibilità di insegnare ai coniglietti virtuali come devono assolvere a certi task ricorrenti e, soprattutto, come devono farli secondo noi: in quella che viene definita come “modalità di apprendimento sperimentale” (quindi ancora in fase di sviluppo), per impartire una nuova istruzione al dispositivo, è possibile semplicemente completare l’operazione desiderata, puntando la fotocamera dell’R1 verso lo schermo del desktop o del telefono mentre si sta facendo quella cosa.