Ragusa - È cominciata alle 9 e andrà avanti fino alle 13 la grande manifestazione provinciale contro il caro energia indetta dalla Cna territoriale di Ragusa nel capoluogo, in piazza Matteotti, dinanzi alla sede del Municipio. Nel video allegato vediamo i primissimi minuti del concentramento. Parlamentari nazionali e regionali, sindaci, presidenti dei consigli comunali ma anche e soprattutto tanti cittadini. Agricoltori, artigiani, commercianti, lavoratori d'ogni comparto produttivo del territorio ibleo e pensionati affamati dalle fatture impazzite delle bollette di luce e gas: aumenti anche del 100%, documentati in queste ultime settimane su Ragusanews, imprevedibili nei budget di imprese e famiglie, a cui i tanti vari bonus fin qui promulgati fanno il solletico.
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Sono molte le imprese, specie del settore ristorativo, che hanno richiuso i battenti dopo il Covid, proprio nella stagione che doveva segnare la ripartenza economica post pandemia. Il dramma riguarda tutta la Sicilia: secondo i dati resi noti da Confartigianato solo ieri, i rincari appena partiti - di cui non si capisce ancora la fine e la portata - rischiano di cancellare 63mila piccole imprese dell'Isola, quasi il 23% del totale, lasciando senza lavoro più di 165mila persone. Anche le grandi aziende faticano, come rilanciare i consumi in una popolazione che vive con l’ansia quotidiana dell’impoverimento? Nell’ultimo paio di mesi non sono impennate non solo le bollette ma tutto il costo della vita: carburanti, materie prime, generi alimentari. Una delegazione della Cna ragusana è stata ricevuta dal prefetto, ma il problema - acuito dalla guerra ucraina - è europeo.
Quali soluzioni adottare a livello locale o nazionale, se i prezzi li decide per tutti una Borsa che sta ad Amsterdam? L’Unione si conferma solo delle banche centrali, concorsi sull’innalzamento dei tassi d’interesse per fronteggiare l’inflazione attuale e la recessione già messa in conto nel 2023; mentre i governi sono divisi sul price cap al gas. Pale eoliche e pannelli solari, già piantati in quantità, sembrano ininfluenti. Alla manifestazione odierna ne seguirà un’altra, regionale, il prossimo 7 novembre. Confcommercio chiede l’incremento del credito d’imposta dal 15 al 50%, la rateizzazione fino a dicembre, rinnovo dei prestiti, moratorie creditizie e ulteriori ristori: misure tampone, assistenziali, che non risolvono la questione alla radice: non si può pagare così tanto per illuminare e riscaldare le nostre case e le nostre ditte.