Attualità Ragusa

Relitto di migranti sullo spiaggione di Randello. FT. VD

Una imbarcazione si è incastrata tra gli scogli in zona “Canalotti” e l’altra si è arenata sul grande spiaggione di Randello a ridosso della forestale



Ragusa - Mentre nel naufragio di Crotone il bilancio sale a 72 migranti morti, recuperata una bimba di 3 anni e una donna, sulla costa ragusana tra sabato e domenica, si sono arenati due “barchini” di ferro e precisamente a Punta Braccetto.

Una imbarcazione si è incastrata tra gli scogli in zona “Canalotti” e l’altra si è arenata sul grande spiaggione di Randello a ridosso della forestale. Già domenica mattina, alcuni francesi ospiti presso i campeggi di Punta Braccetto, avevano avvistato e fotografato le due imbarcazioni, chiaramente preoccupati perché segno di qualche tragico sbarco di migranti.

Una delle due imbarcazioni, quella incastrata tra gli scogli, già il giorno dopo si era inabissata, l’altra invece arenata sullo spiaggione, mostrava e raccontava quanto sia stato veramente tragico e forse disperato il viaggio di speranza delle persone caricate e stipate a bordo. Dentro quella specie di barchetta di ferro, senza timone e mezzo di propulsione, si possono vedere tanti effetti personali, vestiario di ogni tipo, scarpe di bambini e non solo, pane ormai marcio e gonfio dall’acqua del mare e soprattutto tante camere d’aria e bidoni di plastica, che sono stati caricati a bordo con la funzione di oggetto galleggiante a cui aggrapparsi in caso di naufragio.

Se ci si sofferma a guardare e scrutare tutti questi effetti personali, sicuramente uno incomincia a riflettere e pensare di quanto coraggio, o incoscienza, abbiano avuto le persone che erano a bordo. Partire, scappare, allontanarsi dalla propria patria o luogo di appartenenza, affrontando un viaggio ignoto e pericoloso tra le grinfie degli strozzini che commerciano vite umane, sicuramente fa trapelare quanto sia forte e decisiva la voglia disperata di andare verso un ignoto che si spera sia migliore.

Sicuramente ognuno con la propria storia. La storia dei migranti stipati in questi due “barchini” di ferro, ha avuto fortunatamente un buon finale. Sono stati intercettati a mare aperto dalla Capitaneria di Porto tramite una Motovedetta che ha tratto in salvo tutti gli occupanti. La data di recupero e il numero identificativo della Motovedetta, sono stati scritti a vernice dentro il “barchino”: 16 febbraio 2023 - CP265. I mezzi fatiscenti di trasporto come questi barchini, non possono essere portati a riva per ovvii motivi logistici, intanto perché privi di motori e poi non manovrabili, infatti si procede a recuperare le persone per metterle in sicurezza e lasciare questi mezzi fatiscenti in balia delle onde, anche perché, in poco tempo affondano o, come in questo caso, vanno alla devira sulla costa.

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P.s::Silvio Rizzo ha effettuato una ricognizione video fotografica sul luogo, le sue riprese ci fanno immaginare il dramma che è stato vissuto da quanti hanno tentato di trovare una vita migliore. 


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