Attualità Siena

Ristorante Arnolfo, Gaetano Trovato conferma le due stelle Michelin

A Colle Val d’Elsa, Arnolfo è una grande esperienza di gusto nel segno dello chef Gaetano Trovato e del fratello Giovanni, sciclitani



Siena - Una storia di successo, che da Scicli arriva sino a Colle Val d'Elsa, nel senese. La Guida Michelin ha confermato anche per il 2022 le due stelle Michelin al ristorante Arnolfo, dello chef di origine sciclitana Gaetano Trovato (Scicli, 25 Gennaio 1960). 

Accanto al fantasioso e un po’ sognatore Chef Gaetano che compone ogni piatto come una piccola opera d’arte, Giovanni Trovato, suo fratello, ha un ruolo importante nel ristorante. Giovanni è Direttore di Sala e Sommelier. Le sue tre cantine hanno una fornitura invidiabile di vini d’annata.

I fratelli Trovato definiscono il proprio ristorante Arnolfo – nome che omaggia l’architetto duecentesco Arnolfo Di Cambio originario proprio di Colle Val d’Elsa – "Casa", perché tale è stata in passato quando sono arrivati qui con la madre Concetta da Scicli.

“È qui che nostra madre nel 1978 ha iniziato a lavorare in una trattoria come cuoca, e fino a due anni fa ci aiutava in cucina a fare la pasta fresca” racconta ancora Giovanni Trovato. Una donna forte, che ha abbandonato la propria terra – in tutti i sensi: a Scicli lavorava in un’azienda agricola – reinventandosi una vita e un lavoro e contemporaneamente portando avanti una severa educazione per i figli. Ma è grazie a tanta amorevole severità che Gaetano ha tracciato il proprio percorso partendo dal diploma alberghiero e attraversando le folgoranti cucine di chef del calibro di Roger Vergé – uno dei padri della nouvelle cuisinee ideologo della cuisine du soleil, fondamentale per il successivo pensiero di Trovato – nel provenzale Moulin de Mougins, e Gaston Lenôtre – maître patissier amico e sodale di Vergé – ma anche di Angelo Paracucchi nell’omonima Locanda di Ameglia.

Una curiosità: Scicli ha dato i natali, oltre che a Gaetano Trovato, anche a Vincenzo Candiano, chef stellato della Locanda Don Serafino di Ragusa Ibla. 

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