Attualità Riccorrenze e festività

San Biagio: perché il 3 febbraio si mangia il panettone?

San Biagio è molto sentito a Comiso ma anche nel Milanese, ma cosa c’entra il panettone?

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/03-02-2022/san-biagio-perche-il-3-febbraio-si-mangia-il-panettone-500.jpg San Biagio: perché il 3 febbraio si mangia il panettone?


Perchè il 3 febbraio a San Biagio si mangia il panettone?
La tradizione (tutta meneghina) secondo la quale mangiando del panettone a San Biagio si previene il mal di gola si deve a una massaia sbadata e a un frate molto golosoIl
Il panettone per colazione
Oggi, 3 Febbraio è San Biagio e nella città di Comiso, nel Ragusano è un a festa molto sentita ma non solo i Sicilia.
San Biagio è il Santo per eccellenza della città casmenea ed il 3 febbraio se ne celebra la ricorrenza con riti che affondano le loro radici nella notte dei tempi, come quello della benedizione della gola. Da medico a San Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce, per questo è considerato il protettore delle malattie legate all’apparato respiratorio.


San Biagio è molto sentito anche nel Milanese, ma cosa c’entra il panettone?

La tradizione più curiosa si celebra a Milano, dove il culto di San Biagio è molto vivo.
Come protezione contro mal di gola e raffreddori (in milanese si dice che "San Bias el benediss la gola e el nas") si usa mangiare il 3 febbraio il panettone del Natale precedente, possibilmente raffermo e conservato proprio per questo motivo.
La mattina di San Biagio, il 3 febbraio è infatti tradizione mangiare un pezzetto di panettone benedetto avanzato dal Natale nelle nostre dispense, per tenere lontano i malanni e proteggersi dal mal di gola.
Per scoprire l'origine di questa usanza bisogna guardare indietro e tornare al passato dal sapore contadino che caratterizza la Brianza e Milano.
San Biagio che si festeggia il 3 febbraio a Monza e a Milano fa rima con panettone.
San Biagio (Biagio di Sebaste) fu medico e vescovo cattolico vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo in Asia Minore. A causa della sua fede fu imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana: per punizione fu straziato con pettini di ferro usati per cardare la lana. Morì decapitato.
La chiesa cattolica lo ha dichiarato santo e protettore della gola riconoscendogli un «miracolo».
Secondo la tradizione, infatti salvò un giovane da una lisca che gli si era conficcata in gola: Biagio diede al ragazzo morente una grossa mollica di pane che scendendo in gola la rimosse.

Il legame con Milano però è molto più moderno. E in particolare è dovuto a un frate goloso di nome Desiderio e a una massaia. Secondo la leggenda, tutto iniziò poco prima del periodo natalizio quando quest’ultima portò al frate un panettone affinché lo benedicesse.
Il Frate forse troppo occupato o procrastinatore, certamente molto goloso, si dimenticò del panettone per diversi giorni, salvo spiluccarlo man mano fino a non far rimanere solo l'involucro. Quando la donna tornò era il 3 febbraio e il panettone era già finito da un bel pezzo. Ma il religioso non si perse d’animo e condusse la donna all’angolo nel quale c’era l’involucro, pronto ad accampare qualche scusa per la sua «scomparsa». Ma con grande meraviglia scoprì che il panettone era «riapparso» grosso il doppio. E così questa sovrannaturale apparizione fu attribuita a San Biagio.
La tradizione contadina vuole che la mattina del 3 febbraio la famiglia faccia colazione con l’ultimo panettone superstite delle feste natalizie.
Al dolce vengono attribuite proprietà «miracolose» in grado di preservare dai malanni della gola.
 


© Riproduzione riservata