Ragusa - Nel viaggio sulla sanità pubblica iblea ci imbattiamo in un’altra zona d’ombra, che riguarda stavolta la Chirurgia dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa.
Dal 1 settembre scorso il reparto non ha più il Direttore di struttura complessa di Chirurgia, in quanto il dott. Gianluca Di Mauro, vincitore del concorso nel 2018, ha richiesto un periodo di aspettativa. Vince il concorso e se ne va, verrebbe da pensare. Il motivo? Il conferimento di un altro incarico presso l’Ospedale San Marco di Catania. Un provvedimento, però, non è firmato dal Direttore sanitario aziendale. Il Motivo? Ah saperlo! Eppure, il primario incaricato sarebbe dovuto rimanere in carica almeno 5 anni (secondo l’articolo 15 ter comma 2 del Decreto Legislativo 502/92).
Fatto innegabile è che a Ragusa non c’è più il Direttore del Reparto, ma solo un medico incaricato. Ci vorrà un altro concorso, presumibilmente.
La questione è complessa, in quanto riguarda l’acclamato e discusso concorso che portò, nell’anno 2018, il dott. Di Mauro alla guida del reparto di Chirurgia, elevato a Struttura complessa per l’occasione, e sul quale è in corso un procedimento giudiziario con 7 persone indagate, tra cui l’ex Direttore Generale dell’Asp, Maurizio Aricò.
Un fascicolo di conclusione indagini corposo che consta di 778 pagine. L’indagine scaturì a seguito della denuncia di uno dei partecipanti, il dott. Vincenzo Antonacci che rilevò “una fraudolenta attribuzione dei punteggi” per la valutazione dei titoli dei concorrenti e l’accettazione di curriculum “presuntivamente falsi”.
Leggendo tra le carte dell’indagine ci si imbatte in una dichiarazione resa alla Guardia di Finanza da parte di uno dei componenti la Commissione di gara, un medico di Pavia il quale riferisce: ”La scheda riportante i titoli relativi alla posizione funzionale del candidato è stata elaborata e corredata delle valutazioni del direzione sanitaria e amministrativa. A me è pervenuta così come la vedo ora e non ho mai preso visione delle singole attestazioni allegate alla domanda”. Ed ancora: “Io non ho valutato nulla ma mi sono limitato ad acquisire agli atti della procedura le tabelle già compilate”.
Il processo, al quarto rinvio, deve ancora celebrare l’udienza preliminare.
Ma qual è il filo conduttore di questo combinato? Quale la vera posta in gioco? Sta, per caso, nel disegno di utilizzare la provincia di Ragusa come trampolino di lancio in attesa che da Catania, pupari accademici liberino nuove caselle da occupare?
Ma nella palude degli uffici di Piazza Igea emergono altre incongruenze, stavolta recenti. Come quella che riguarda il conferimento dell’incarico di direzione di Unità operative semplice di chirurgia con indirizzo senologico, afferente al dipartimento di oncologia. Il 12 marzo 2021 con apposito atto deliberativo, l’Asp dà vita al responsabile dell’Unità, incaricando il dott. Marco Ambrogio.
Il 13 agosto, periodo notoriamente caldo, l’Asp rinnova la Convenzione con l’Azienda ospedaliera “Cannizzaro” di Catania. Per cosa? Per fruire delle medesime prestazioni specialistiche e chirurgiche di Senologia “Breast Unit” in capo alla dott.ssa Francesca Catalano (il marito è l’ex rettore dell’università di Catania Francesco Basile) e all’equipe dell’UOC di chirurgia nel trattamento delle neoplasie relative alla mammella. Altri costi per avere lo stesso servizio e una nomina che meriterebbe spiegazioni. Segue…