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Sicilia, 412 posti letto Covid in più per restare in zona bianca

La Regione allunga il tasso di ricovero aumentando le brande, e non è la sola

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 Ragusa – Contagi e ricoveri risalgono ma gli indici di ospedalizzazione restano bassi: merito dell’incremento dei posti letto Covid disponibili. Una tattica già messa in atto dalle amministrazioni locali, non solo dall’assessorato siciliano alla Salute, per scongiurare cambi di colore prima delle vacanze estive e che consiste banalmente nell’aggiungere letti nei reparti, diluendone così le percentuali di occupazione. Negli ultimi quattro mesi ne sono stati aggiunti 4.500 a livello nazionale in area non critica, 412 dei quali in Sicilia. Niente in confronto ai 2.400 posti in più dell'Emilia Romagna e ai 1.500 della Lombardia, senza i quali le due regioni sarebbero probabilmente già in zona gialla.

L’incremento avvenuto a partire dallo scorso agosto resta inquietante perché, al di là della fascia di rischio, significa che i malati non smettono di arrivare. Alcuni territori, come la provincia di Bolzano, hanno aumentato anche i posti in rianimazione: sono 161 in più in tutto il Paese, nessuno dei quali fortunatamente sull’Isola, che resterà in area bianca almeno fino a dopo Natale. Da oggi invece la Calabria affianca Friuli e Alto Adige in zona gialla; Trentino, Liguria e Veneto sono in pole dalla prossima settimana ed entro fine anno rischiano di salutare il bianco anche Lazio, Marche e Lombardia. Evidentemente, il trucco dei posti letto aggiuntivi da solo non basta.

Va riconosciuta, infine, una nota di merito a Palazzo d’Orleans: la Sicilia è l’unica regione, insieme a Lazio e Trento, a non aver ridotto il personale addetto al contact tracing impiegato nei Dipartimenti prevenzione delle Asp. In un anno in Italia ne sono stati tagliati 3.500: a inizio 2021 la media - pur con macroscopiche differenze territoriali - era di 3 tracciatori ogni 10mila abitanti, mentre oggi arriva a stento a 2. Si sta rinunciando a risalire le catene di contagi ed è un grave errore. A ottobre 2020, in piena seconda ondata, la Protezione civile lanciò un bando per assumere subito 2mila nuovi tracciatori: dove sono finiti?


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