Ragusa - Per Nello Musumeci se la Sicilia si ritrova da sola in zona gialla è essenzialmente "effetto del comportamento dei siciliani", che però non s’è dato da fare a correggere controllando e multando le tante, troppe violazioni quotidiane consumate alla luce del sole, dai maxischermi per gli Europei alle nozze con centinaia di invitati. Ma per il governatore è colpa pure dei "due milioni di turisti arrivati in due mesi", che parimenti non si è curato di tamponare e monitorare nei flussi su pullman, porti e aeroporti. Fino a inizio luglio in Sicilia si contavano ancora poche decine di casi al giorno: dal 13 agosto, a causa degli incontrollati “open week” del turismo, non siamo più scesi sotto i mille.
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Lo scaricabarile è già andato in scena a luglio e agosto, con l’Isola preda degli incendi: pure i roghi furono soprattutto causa dei cittadini, che lasciano campi incolti e innescano fuochi inavvertitamente. Anche Sardegna, Calabria, Puglia e Campania sono territori ad alta vocazione turistica (ma c’è un regione italiana che non lo è?) eppure sono rimasti bianchi, riuscendo evidentemente a controllare durante l’estate contatti e assembramenti, da cui derivano contagi e ricoveri. Che altre regioni come Calabria e Sardegna diventino gialle da lunedì prossimo, 6 settembre, non è certo una consolazione.
L’unica ordinanza che avrebbe impresso un minimo giro di vite, quella sull'obbligo del green pass per tutti gli uffici pubblici, è durata meno di 48 ore: ritrattata forse per accondiscendere alle “ragioni” di alleati di maggioranza come l’assessore ai disegnini Manlio Messina. Di sicuro la strategia di aspettare che la criticità dell’infezione sia conclamata per dichiarare giallo, arancione o rosso si è dimostrata ampiamente fallimentare: qualunque misura si adotti, anche quelle più stringenti dei comuni arancioni, è condannata a non avere effetto prima di un paio di settimane almeno. La bianca non è ancora un’area destinata a durare a lungo e non è facile ribaltare in tempi brevi le curve, una volta che hanno preso a salire.
Correre ai ripari quando la situazione epidemiologica sta precipitando significa continuare a galleggiare tra i colori per chissà quanto. Se Palazzo d’Orleans fosse riuscito a comunicare veramente con i cittadini, facendo capire la serietà della situazione con provvedimenti magari impopolari sul momento ma benefici a lungo termine, forse avremmo avuto anche più vaccinati, che restano il vero tallone d’achille. “Che ogni vaccinato convinca un non vaccinato” esorta l’assessore alla Salute Ruggero Razza, ma lui cos’ha fatto?. Anche il governo nazionale non è esente da colpe: che fine hanno fatto i nuovi posti letto annunciati a inizio pandemia? Sulla carta dovevano esserne realizzati 571 tra rianimazioni e terapia sub intensiva: ce ne sono ancora solo 80.