Ragusa - Non è solo la Danimarca ad aver sospeso in Europa la somministrazione delle dosi di un lotto spedito in 17 paesi europei: il numero Abv5300, comprendente un milione di dosi e non distribuito in Italia. E’ un altro quello stoppato ieri dall’Aifa nel nostro Paese, in attesa di accertamenti da parte dell’Iss dopo il rincorrersi di notizie di decessi e malori gravi seguiti alla sua somministrazione. Si tratta della fornitura Abv2856, contenente circa 500mila dosi, da cui sono state tratte quelle sospettate d’aver quantomeno contribuito alla drammatica fine del poliziotto catanese Davide Villa e del militare di stanza ad Augusta Stefano Paternò, sul cui corpo si svolgerà oggi l’autopsia: due scomparse drammatiche che potrebbero essere tenute insieme proprio dalla pista del lotto difettoso. La procedura corretta in queste situazioni è, in effetti, sospendere le inoculazioni finché non si appura con evidenza l’accaduto. Sono circa 18mila le dosi del lotto Astrazeneca requisito somministrate fino a ieri nelle 9 province siciliane, secondo quanto comunicato dall’assessore alla Salute Ruggero Razza. Le autorità hanno ormai intercettato e ritirato le restanti 2mila: il fatto che la gran parte sia già stata iniettata senza ulteriori casi, oltre il paio già arrivati alle cronache, lascia ben sperare sul fatto che non se ne sommino altri.
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Nel nostro Paese Astrazeneca è stato recentemente innalzato l’uso dagli under 55 agli over 65 senza patologie (anche sotto pressione dei governatori per accelerare la campagna) e l’Agenzia del farmaco ha appena emesso un tranquillizzante report sulle reazioni avverse, in cui non emergono eccezionalità. Eppure anche in Italia si segnala una certa diffidenza verso il farmaco. In Sicilia, dove diversi docenti sono stati male, l’autopsia ha escluso ieri che la morte di un altro militare, il 54enne Giuseppe Maniscalco - avvenuta a Trapani pochi giorni fa - c’entrasse qualcosa con la dose appena ricevuta: l’Asp locale sta comunque verificando se per caso anche quella sia stata tratta dallo stesso lotto maledetto. La morte della docente a Napoli, a inizio mese, è stata invece spiegata con un "infarto gastrico". Ad aiutare il piano vaccinale - su cui ora pesa questo nuovo macigno - ci penserà da fine marzo il vaccino monodose Johnson & Johnson, il quarto approvato ieri in Europa dall’Ema, dopo l’ok della Fda americana: parte della produzione avverrà in Italia, nello stabilimento della Catalent ad Anagni, in provincia di Frosinone. Anche la Sicilia si è candidata a sede di produzione dei vaccini. Nello Musumeci ha scritto una lettera a tal proposito, al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: "E' una nostra manifestazione di volontà, persino ardita - dice il governatore -, speriamo di avere un riscontro da parte del governo nazionale, presto andrò a Roma”.