Quante volte abbiamo sentito parlare di street art senza che capissimo veramente a fondo di cosa si trattasse. Molti, infatti, confondono l’arte di strada con i graffiti o con il vandalismo giovanile. In realtà, si tratta di una vera e propria espressione d’arte moderna che si manifesta quasi esclusivamente nei luoghi pubblici, molto spesso, senza alcuna autorizzazione. Gli artisti che si cimentano in questa affascinante arte urbana lo fanno per diversi motivi. Alcuni la usano per protestare contro la politica, la società, il capitalismo e la proprietà privata, mentre altri la percepiscono come una forma di espressione libera, priva di filtri. Gli spazi urbani come le piazze, i muri dei palazzi e di altri edifici diventano, dunque, enormi tele dove poter esternare autonomamente le proprie capacità artistiche.
Ma in che modo viene realizzata la street art? Come per i quadri, anche l’arte di strada utilizza diverse tecniche, scelte a seconda dell’obiettivo dell’artista. La bomboletta spray è sicuramente lo strumento più noto in quest’ambito, capace di dare vita a incredibili sfumature e chiaro scuri singolari e allegorici. Con lo stencil, invece, l’artista di strada riesce a creare immagini incredibilmente realistiche grazie all’uso di sagome di cartone o acetato. I murales rientrano altresì tra le tecniche predilette da moltissimi street artist. Grazie a pennelli, colori, spatole e, talvolta, impalcature o aste telescopiche, gli artisti riescono a realizzare veri e propri quadri contemporanei.
Come nasce la street art?
Il movimento artistico della street art nasce principalmente nelle periferie di New York e Philadelphia negli anni ’60. Inizialmente si trattava di un movimento giovanile noto come graffitismo, in cui gli artisti convogliavano l’affermazione dei propri ideali e di sé stessi. Negli anni ’80, poi, il graffitismo diventa Writing e si insidia massicciamente nella cultura hip hop. In questo periodo la street art dei Writers si concentra sui tag, ovvero i soprannomi degli artisti, che intendevano lasciare la propria firma per le vie delle città.
Negli anni ’80 la street art inizia ad essere riconosciuta e viene chiamata arte underground. Cominciano le prime mostre di questo movimento e artisti famosi come Keith Haring e Jean Miquel Basquiat prendono ispirazione dai graffitari e dai Writers, iniziando così un percorso artistico più urbano. Negli anni ’90 sono gli artisti di strada a farsi influenzare da altre correnti, quali le grafiche e i fumetti. In questi anni la street art incontra il gusto di più persone, perché diventa più comprensibile al pubblico. Iniziano, così, sperimentazioni di tecniche diverse dalle solite bombolette, come gli stencil, i poster e gli adesivi. È logico pensare, quindi, che la nascita della street art che conosciamo oggi sia avvenuta proprio negli anni ’90.
Negli anni 2000 la street art è una corrente ormai diffusa in tutto il mondo. Gli artisti che preferiscono gli arredi urbani alle tele sono moltissimi e quasi tutti si affidano all’uso di pseudonimi per non farsi riconoscere. L’esplosione di quest’arte si deve soprattutto all’artista inglese noto come Banksy, che ispirato dalle opere di Blek Le Rat, inizia a riempire le strade di sue opere realizzate con gli stencil e le bombolette spray. Banksy è considerato il maggior esponente della guerrilla art, corrente che si occupa di trattare tematiche importanti in modo ironico e satirico per offrire spunti di riflessione.
In Italia la street art è ormai una corrente ben consolidata e molti comuni, infatti, hanno reso disponibili le aree urbane a questi artisti per rendere più accoglienti soprattutto le aree più degradate e le periferie. Tra gli artisti maggiormente riconosciuti del belpaese c’è sicuramente il bolognese Blu, che realizza opere urbane per criticare la società e il capitalismo, e il napoletano Jorit, esperto di ritratti accomunati da una stessa cifra stilistica: due linee rosse sul volto come segno di appartenenza a una stessa tribù di guerrieri. E poi come dimenticare il Banksy italiano, noto con lo pseudonimo di TvBoy. Palermitano di nascita e Milanese di adozione, TvBoy è diventato in breve tempo uno degli esponenti della scena artistica di strada italiana e internazionale.
Un’arte per tutti
Oltre ad essere una forma di protesta e per elevare la concezione artistica a forma libera e puramente espressiva, la street art ha qualcosa in più rispetto all’arte convenzionale: è gratis e accessibile a tutti. L’Italia è un paese particolarmente devoto all’arte, tuttavia, l’arte non è sempre alla portata di tutti. I musei, gli scavi archeologici e le gallerie d’arte sono perlopiù a pagamento, mentre la street art è un’arte per tutti. Chiunque può goderne.
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E da Milano a Palermo, passando per Bergamo, Pisa, Roma e Monopoli, le opere di street art sono tantissime. Imperdibili i volti di Jorit a Napoli, soprattutto San Gennaro a Forcella, e l’opera di Keith Haring dipinta sul complesso di Sant’Antonio Abate a Pisa. Ma anche Palermo, che in pochissimi anni si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto, e naturalmente Milano, Roma e Bologna, dove risiedono tantissime opere di artisti eccezionali.