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Tipi di pizza: i più diffusi in Italia

Partendo dalla pizza napoletana, si sono sviluppate varianti locali di pizza in tutta Italia

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L’Italia si sa è il Paese della pizza. Ma la pizza non è un’entità unica, anzi, ne esistono svariati tipi di pizza, particolarmente famosi a seconda delle zone d’Italia in cui ci si trova.

La cultura enogastronomica italiana non si smentisce neanche di fronte a una pietanza riconosciuta e invidiata in tutto il mondo come la pizza. Infatti, ogni regione ha la sua versione. 

Partendo dalla pizza napoletana, si sono sviluppate varianti locali in tutta Italia.

A Milano è particolarmente diffusa la pizza al trancio, a Torino quella al tegamino, e a Roma la pinsa alla romana. La variante sicula per eccellenze invece è lo Sfincione.

Se hai già l’acquolina in bocca, ecco una selezione di pizza a domicilio nelle tue vicinanze. Se invece non sai mai quale pizza scegliere continua a leggere.

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La pizza napoletana

La pizza napoletana è di gran lunga una delle pizze più diffuse e amate in tutta Italia e nel mondo. Addirittura l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità l’Arte del pizzaiuolo napoletano nel 2017.

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Le sue caratteristiche sono la forma tonda, la pasta sottile al centro e un cornicione spesso.

La dimensione della pizza può variare, così come quella della crosta, ma sarà sempre preparata con farina di grano tenero, acqua, lievito di birra e sale.

La versione storica è quella della Regina Margherita, ovvero farcita con pomodoro, mozzarella freschissima, olio di oliva e basilico.

Altrettanto amata la versione Marinara, che tipicamente i pescatori portavano in viaggio quando salpavano per lunghi viaggi. In questa variante, la pizza è farcita con pomodoro, aglio, origano, acciughe e olio.

Pinsa alla Romana

Nella capitale, una delle pizze più amate di questo millennio è preparata alla pala e si chiama pinsa. Viene preparata alla pala e l’impasto è composto da un mix di farine di frumento, soia e riso fatte lievitare con un lievito madre.

Per questo tipo di preparazione, la farina di riso permette l’assorbimento di un’alta percentuale di acqua, pari a circa l’80% dell’impasto. Questa particolarità, unita ai lunghi tempi di lievitazione e al poco olio impiegato, ne fanno una pizza leggera, ad alta digeribilità e quindi molto apprezzata nell’ultimo decennio.

Nata come prodotto di nicchia, l’imprenditore capitolino Corrado di Marco ne ha registrato il nome nel 2001 e ha contribuito alla sua diffusione in tutto il mondo.

Pizza al tegamino

La pizza al tegamino, o al padellino, è una specialità tipicamente torinese, città in cui è nata.

Si racconta che negli anni ‘30 del XX secolo un pizzaiolo abbia voluto velocizzare i tempi di preparazione mettendo l’impasto a lievitare in padelle di alluminio già condita con la passata di pomodoro.

Le caratteristiche di questa tipologia di pizza sono un impasto più alto e morbido, più somigliante ad una focaccia. Questo aspetto è conferito dalla doppia lievitazione, che in padella può raggiungere anche le 24 ore.

Sfincione siculo

Non poteva mancare la variante sicula della pizza. Si tratta dello sfincione con origini antiche, ma altrettanto incerte.

Tradizione vuole che lo sfincione sia stato servito per la prima volta dalle suore di San Vito a Palermo che desideravano trovare un’alternativa al pane.

Di sicuro, il nome sfincione deriva dalla morbidezza dell’impasto che ricorda una spugna (spongia in latino).

Le caratteristiche dello sfincione sono l’altezza di circa un centimetro, una sottile base croccante e la parte lievitata molto soffice. Questo perché vive due diversi momenti di lievitazione, una come impasto e una in teglia.

Viene servita in tranci rettangolari e tipicamente condita con pomodori pelati, origano, acciughe, caciocavallo ragusano e pangrattato.

Ne esistono ormai diverse versioni che possono essere gustate in tutta la Sicilia.


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