Mazara del Vallo - Nella lettera inviata alle testate, molto lunga e che pubblichiamo di seguito quasi per intero, il cittadino sospettato di aver importato la variante sudafricana in Sicilia fa presente che i test sono ancora in corso e che quelli effettuati finora non hanno rintracciato alcuna mutazione responsabile della positività sua e della moglie. Non solo: l’uomo evidenzia come solo ed esclusivamente grazie al suo zelo, esemplare, siano stati avviati degli accertamenti sui tamponi, che altrimenti non sarebbero mai scattati. E attacca l’Asp trapanese: avrebbe rivelato dati sensibili e inesatti al Giornale di Sicilia, che a sua volta avrebbe divulgato una versione errata dei fatti, senza verificarla col diretto interessato. Data per buona, si è propagata come un virus anche su tutti i più importanti quotidiani nazionali. Di seguito una sintesi del testo della sua missiva.
Buongiorno,
sono un cittadino mazarese risultato positivo al Covid, in seguito al rientro dall’estero. Scrivo per comunicare la mia vicenda, in quanto ci sono state delle scorrettezze da parte dell’ASL di Mazara e ASP di Trapani nel comunicare miei dati personali e clinici a mia insaputa ai mass media. Giorno 11 febbraio sono rientrato in Italia avendo fatto un tampone molecolare(con esito negativo) prima dell’inizio del viaggio, come richiesto dalle normative nazionali ed internazionali e dalle procedure delle compagnie aeree. All’arrivo all’aeroporto di Palermo sono stato sottoposto a tampone antigenico, con esito negativo; quindi sono rientrato a casa. Con intelligente senso civico ed in via del tutto VOLONTARIA e cautelativa ho deciso di effettuare l’isolamento a casa con mia moglie (confermata la non obbligatorietà, via telefonica sia dagli operatori del 1500 del ministero della salute che dagli operatori del numero verde siciliano dedicato al Covid, chiamati da me il giorno del mio arrivo, 11 febbraio). Il giorno 16 febbraio ci siamo sottoposti volontariamente a tampone antigenico a pagamento risultando entrambi positivi. Avendo fatto le dovute comunicazioni, il 17 febbraio, siamo stati sottoposti a tampone molecolare di conferma.
Lo stesso giorno ricevo la telefonata da parte dell’ufficio preposto, che mi ha chiesto se volevo fare ulteriore tampone, su base volontaria, con lo scopo di individuare eventuali varianti del virus. Infatti, giorno 18, presso la mia abitazione vengo sottoposto per mio consenso a suddetto tampone. Dopo qualche giorno anche mia moglie si sottopone volontariamente a suddetto tampone. Nei giorni a seguire, ricevo una telefonata dalll’ufficio referente che mi chiede ulteriori informazioni private in merito al mio lavoro, alla mia abitazione, al viaggio compreso di scali e date, alle procedure effettuate fino a quel momento come tamponi, a suo dire a scopo clinico di anamnesi, di studio scientifico e gestione del caso.
Il giorno 28 febbraio, apprendiamo dai giornali, telegiornali locali, social, e dalle numerose chiamate di conoscenti che hanno collegato a me, l’uscita di un articolo su un caso covid con variante sud africana a Mazara del Vallo. Nell’articolo non è presente il mio nome, ma ci sono numerose informazioni che mi identificano come per esempio: età, particolari della mia professione, la mia abitazione, paese di inizio del mio viaggio, città di appartenenza, itinerario di viaggio completo; e cosa ancor più grave è che sono riportate delle informazioni errate su sintomi e data di inizio isolamento. Queste ultime inesatte informazioni sono quelle che hanno scatenato il panico e l’accanimento indiretto contro di me su tutti i social e i mass media.
Infatti l’articolo spiega che il mio isolamento è scattato solo il giorno 15 a seguito di sintomi quali tosse e febbre (sintomi che non ho avuto), invece di giorno 11 febbraio al mio arrivo in Sicilia, come effettivamente è stato. Tutte le informazioni vere e non vere contenute nell’articolo sono state prese, da una relazione scritta dall’ufficio preposto dell’ASL di Mazara ed inviato anche al commissario dell’ASP di Trapani (...). Vi chiedo se avete avuto un referto di laboratorio dal quale si evince la presenza della variante del virus. Io paziente e cittadino direttamente interessato, ad oggi non ho ancora ricevuto nessun referto o documentazione che attesti la presenza della variante sui tamponi effettuati a me e mia moglie. Quindi credo che sia un fatto molto grave aver divulgato notizie senza verificarne l’attendibilità, e ancor più grave se invece avete avuto in Vostro possesso documenti clinici che mi riguardano, ancor prima di averli ricevuti io stesso. (…) In questo modo si è scatenato il panico e la rabbia della popolazione senza alcun motivo. Comunico inoltre che negli ultimi 2 giorni sono venuti presso il mio domicilio gli operatori sanitari per effettuare ulteriori tamponi allo scopo di ricercare la presenza della variante”.