Ragusa - Il governatore Musumeci raschia il fondo del barile dei ritardatari, provando a raggiungere il 70% della popolazione immunizzata entro la fine dell’estate grazie al fuoco incrociato della maratona notturna, che da Palermo potrebbe allargarsi ad altre città; e dell’apertura indiscriminata a ogni target senza prenotazione, che potrebbe estendersi ai prossimi weekend, se non diventare permanente per riempire i buchi infrasettimanali. A questo servono le inaugurazioni di nuovi hub come, sabato, i 2.500 mq coperti al Palarescifina di Messina, il più grande centro vaccinale dell’Isola. Domenica, il Palatenda a Brolo.
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Ma già a tutto giovedì 20 l'Isola girava da una settimana al ritmo di 35mila, ben oltre l'asticella del generale Figliuolo. Venerdì si è arrivati a 46mila, sabato e domenica a circa 65mila: in 3 giorni sono state praticate in tutto 130mila punture. Una media esaltante ma le altre regioni non stanno a guardare e, pur con la maxi iniezione di vaccinati, sul report ministeriale la situazione non è cambiata rispetto al pre-Open Week: la Sicilia è dietro a una manciata di regioni dalla vetta delle somministrazioni assolute (con quasi 2 milioni e 300mila dosi inoculate), così come è a una manciata di regioni dal fondo della classifica percentuale (con il 91,7% di dosi).
Se la prima lista è capitana da una irraggiungibile Lombardia, che stacca tutti con oltre 5 milioni e 300mila vaccinati; nella seconda invece la differenza percentuale è di pochi decimali: alcune le regioni già ufficialmente destinate all’area bianca - come Friuli, Lazio e la stessa Sardegna fanalino di coda - sono perfino indietro rispetto all’Isola. Il fatto è che con la versione “avanti chi vuole” dello scorso weekend, la campagna siciliana si è già spalancata a 360° rivolgendosi a tutti: e l’apertura delle porte, al massimo di utenza raggiungibile, non è stata ancora sufficiente a proiettare la Sicilia tra le prime della classe. Lo scatto che manca per a toccare zona bianca.