Ragusa - Ultima nella classifica nazionale, staccata anche dalla Calabria, e con mezzo milione di fiale in frigo, la Sicilia punta tutto sulle vaccinazione dei cinquantenni per risollevare la campagna vaccinale impantanata dalla psicosi Astrazeneca. Si tratta, del resto, del target più sostanzioso: sono circa 600 mila i siciliani nella fascia 50-59 anni attesi negli hub dell’Isola. Le prenotazioni sono partite ieri sera ma già stamattina i 50enni che soffrono di patologie potranno recarvisi, anche senza appuntamento, mentre dal 13 maggio toccherà a tutti gli altri. E da lunedì si riapre la partita anche per i docenti e il personale della scuola, stoppato un mese fa da una circolare nazionale: la metà non ha ancora ricevuto la prima dose.
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Le speranze sono buone perché, sebbene l’Isola sia ultima per capacità di somministrare vaccini ai propri residenti sopra i 70 anni, lontana dalle media nazionali sia per percentuale di prima dose che per ciclo vaccinale completato, Il rapporto però si rovescia scendendo con l’età: nella fascia 60-69 anni l’Isola è 11esima per capacità di somministrazione di prime dosi e addirittura quarta per percentuale di vaccinati. Ma anche nella classe 50-59 anni – che ha coinvolto finora soprattutto operatori sanitari, forze dell’ordine e pazienti fragilissimi - risulta sopra la media. Sono gli anziani dunque a trainare verso il fondo il piano vaccinale siciliano e ci sono ottime chance che l’apertura alle generazioni più giovani produca l’effetto sperato, traducendosi in una adesione molto più consistente.