Milo, Catania - Ai dubbi sul testamento olografo scritto a stampatello (qualche mese dopo che Franco Battiato era stato dichiarato da un neurologo catanese incapace) si aggiunge la notizia, per la verità nota negli ambienti già da un paio di anni, della opposizione della famiglia Battiato all'apposizione del vincolo da parte della Sovrintendenza di Catania e dell'Assessorato regionale ai Beni culturali sulla Villa di Battiato, "Villa Grazia" a Milo.
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A smentire che quella casa sia stata luogo di ispirazione per Franco sono il fratello maggiore Michele Battiato (4 gennaio 1941) e la figlia di questi, Grazia Cristina Battiato, avvocata, che ha lasciato da oltre un anno Milano per trasferirsi a Dubai insieme al marito e ai figli.
E dire che Battiato cantava nell'album Giubbe Rosse (Emi, 1989): "Abito in una casa di collina e userò la macchina tre volte al mese, con duemila lire di benzina, scendo giù in paese", mentre in un articolo dello scorso novembre di questo giornale abbiamo dimostrato come "sciara delle ginestre esposte al sole" (Secondo imbrunire, Fisiognomica, 1988) sia un riferimento all'indirizzo della casa di Milo, che affaccia su Via delle Ginestre.
Villa Grazia del resto deve il suo nome a Grazia Patti, mamma di Franco Battiato, cui il cantautore è stato legatissimo, fino alla morte, avvenuta del 1994. Il roseto, "i vetri cattedrale del gazebo" (Giubbe Rosse, 1989), il pavimento in parquet fatto col legno delle botti del padre di Franco, Salvatore, commerciante di vino, pavimento che profuma di feccia, la grande libreria, i quadri, gli strumenti musicali e il pianoforte, stando all'interpretazione degli eredi, non sarebbero identificativi del genius loci della casa.
E' una notizia importante, perchè colloca la posizione della famiglia e degli eredi in una dimensione precisa nella preservazione della memoria di quello che Franco ha compiuto in vita. Dalle pagine di questo giornale, con Battiato ancora in vita, abbiamo lanciato diversi appelli: perchè la biblioteca non venisse smantellata (Nessuno tocchi la biblioteca di Franco Battiato), perchè venisse riconosciuto l'interesse storico della casa (Villa Grazia a Milo, vincolata la casa di Franco Battiato), perchè la casa non venisse venduta, con Franco vivo e malato, a un milione 350 mila euro, richiesta ufficiale in chiaro (pubblicammo il video della vendita poi rimosso dai siti immobiliari stranieri).
Ciascuno in questa partita ha un ruolo e una posizione in campo. Ora è tutto più chiaro.