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Virus comuni causano un tumore su sei

«Possono sviluppare il cancro dopo anni». Quali sono e come prevenire

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/29-10-2024/virus-comuni-causano-un-tumore-su-sei-500.jpg Virus comuni causano un tumore su sei


I tumori possono essere causati da virus comuni. «Le infezioni che causano il cancro sono responsabili di circa un caso di tumore su sei a livello globale», secondo il Comitato Consultivo sui Vaccini e le Immunizzazioni dell'Associazione Spagnola di Pediatria (CAV-AEPO) interpellato da El Mundo. L'incidenza di queste patologie nello sviluppo del tumore sarebbe piuttosto decisiva. 

Le infezioni che possono causare il cancro
Le infezioni comuni in questione si possono, per lo più, prevenire con i vaccini e curare. I microrganismi maggiormente coinvolti in questo processo sono: l'Helicobacter pylori, il papillomavirus umano (HPV), l'epatite B e C. Il contatto con questi agenti infettivi è stato associato all’insorgenza di vari tipi di cancro, tra cui quello alla cervice uterina, al fegato, allo stomaco e alcuni tumori del sangue. I virus in grado di provocare infezioni persistenti che favoriscono l’insorgenza dei tumori sono detti virus oncogeni o oncovirus - riporta AIRC, Fondazione per la Ricerca sul Cancro. Oltre ai tipi di virus già citati, l’elenco comprende anche il virus di Epstein-Barr (EBV, responsabile della mononucleosi infettiva), l’herpesvirus associato al sarcoma di Kaposi (KSHV; noto anche come herpes virus umano 8, HHV8), il virus umano T-linfotropico 1 (HTLV-1) e il virus dell’immunodeficienza umana 1 (HIV-1, l’agente infettivo responsabile dell’AIDS). 

«Possono sviluppare il cancro dopo anni»
Perché una di queste infezioni possa portare al cancro «è necessario che si tratti di un'infezione cronica, di anni di evoluzione», secondo Ruth Vera, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione ECO e direttrice del Servizio di Oncologia Medica del Complesso Ospedaliero di Navarra. Dunque un processo lungo e complesso, legato a infiammazioni croniche, che portano danni cellulari e conseguenti mutazioni genetiche. «Il virus che ci infetta è incluso nel Dna delle nostre cellule, convive con esso e provoca infiammazioni croniche. Con gli anni può finire per sviluppare il cancro. Non è che prendi l'infezione e domani hai il cancro, no», ribadisce Ruth Vera. A livello mondiale, si stima che queste infezioni siano responsabili addirittura del 18% dei casi totali di tumore (anche se in Europa la percentuale risulterebbe più bassa), secondo El Mundo. 

Abitudini per prevenire
L’infezione da papillomavirus è l’infezione sessualmente trasmessa più frequente ed è anche semplice da prevenire, essendo disponibile un vaccino che viene somministrato gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi dal dodicesimo anno di età. Esistono più di un centinaio di ceppi di HPV: alcuni provocano delle lesioni benigne (condilomi o “verruche genitali”), mentre altri (in particolare il tipo 16 e il tipo 18) creano delle lesioni pretumorali - spiega AIRC - che dopo molti anni possono trasformarsi in cancro. Il virus responsabile di quasi tutti i tumori della cervice uterina è l’HPV.

 

La vaccinazione
Le infezioni da virus dell’epatite B e dell’epatite C vengono invece contratte attraverso il contatto con sangue infetto e possono essere trasmessi anche per via sessuale. Il fegato cirrotico predispone all’insorgenza della forma più comune di tumore del fegato, il carcinoma epatocellulare. Sia l’infezione da HPV sia quella da HBV possono essere prevenute con la vaccinazione. Anche in questo caso è disponibile il vaccino: in Italia tutti i neonati vengono vaccinati contro l’epatite B. Grazie all’introduzione di queste vaccinazioni, l’incidenza dei tumori del fegato associati a HBV si è già ridotta. Purtroppo non esiste ancora un vaccino contro l’epatite C, tuttavia oggi esistono farmaci antivirali efficaci con cui debellare l’infezione.

I comportamenti responsabili
Aldilà dei vaccini, per la prevenzione giocano un ruolo fondamentale i comportamenti responsabili: nel caso dei virus che si trasmettono per via sessuale e attraverso lo scambio di siringhe infette, ad esempio, è bene adottare misure protettive. Helicobacter pylori è invece legato allo sviluppo del cancro allo stomaco. Si tratta di un «batterio che colonizza lo stomaco ed è un fattore di rischio ben noto per il cancro gastrico» spiega l'oncologo Sánchez-Bayona a El Mundo. «L'infezione cronica causata da questo batterio provoca un'infiammazione persistente della mucosa gastrica, che può portare alla formazione di ulcere e ad alterazioni cellulari note come metaplasia intestinale». Questo batterio ha la capacità unica di sopravvivere in un ambiente estremamente acido come lo stomaco umano, mentre il resto dei batteri viene eliminato a causa dell'acidità che produce. Se l'infezione si cronicizza può causare infiammazioni (gastrite) e, persistendo per lungo tempo, aumenta il rischio di sviluppare ulcere e cancro gastrico. Tra i segnali d'allarme per individuare precocemente il cancro gastrico c'è il dolore addominale persistente, perdita di peso inspiegabile, nausea e vomito ricorrenti, anemia inspiegabile e sangue nelle feci. Se una persona presenta questi sintomi, è fondamentale eseguire studi diagnostici. L'unica misura per prevenire l'infezione da Helicobacter pylori, in assenza di un vaccino, è prestare attenzione alle condizioni igienico-sanitarie (il virus si trasmette principalmente attraverso saliva, acqua o cibo contaminati, nonché tramite il contatto diretto con feci o vomito infetti).


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