Catania - Non ci facciamo mancare proprio in Sicilia, neanche la vodka: superalcolico che i russi bevono per riscaldarsi. Ghiacciata, va bene pure sull'Isola: il progetto, nato per valorizzare la produzione dei grani antichi siciliani, nasce alle pendici dell’Etna e non a caso il liquore, appena lanciato sul mercato nostrano, è stato ribattezzato "Vulcanica". L'idea è venuta a Sonia Spadaro, sommelier e produttrice vinicola originaria di Augusta, portavoce dell'associazione Simenza: «Siamo gli unici a usare i grani antichi di Sicilia per produrre la vodka - dice -. Le zone interne dell’Isola sono un tesoro di biodiversità, lo scopo è fare innovazione valorizzando identità antiche». La distillazione avviene in colonna di rame e poi in alambicco pot stil, che dona al nettare un gusto morbido e profumato, molto riconoscibile al palato.
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«Abbiamo voluto omaggiare la grande tradizione siciliana degli spiriti anche nella scelta della location per l’affinamento e lo stoccaggio - aggiunge Spadaro -, all’interno dell’ex stabilimento Florio di Marsala». Già esportata negli Usa, «Vulcanica è disponibile da qualche giorno in tutta Italia - annuncia - e arriverà presto nel Regno Unito e a Hong Kong». Ad aprile ha ottenuto la qualità premium dal World Spirits Competition di San Francisco, che le ha assegnato la medaglia Double Gold riservata ai migliori prodotti di tutto il mondo. Il circuito a cui è destinata è quello degli hotel e locali d’elite, bazzicati da intenditori: il prezzo al commercio, spedizione inclusa, va dai 36 ai 42 euro a bottiglia.