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Vuoi una mammografia più precisa? Paga!

Strutture convenzionate con l'Asp chiedono il pagamento a parte di mammografie con mezzi diagnostici più moderni

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Ragusa - Non solo liste d’attesa interminabili.
Adesso un nuovo caso rischia di sollevare un polverone nella sanità pubblica ragusana sulla gestione delle convenzioni con le strutture private da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Un’interrogazione è stata presentata al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale per la Salute riguardo agli extracosti chiesti agli utenti da alcuni privati convenzionati per l’utilizzo di apparecchiature di ultima generazione.
L’episodio che rischia di fare deflagrare il sistema è stato denunciato dalla parlamentare regionale dei Cinquestelle Stefania Campo, firmataria dell’interrogazione e solleva gravi interrogativi sulla gestione dei servizi convenzionati e sull’utilizzo dei fondi pubblici destinati alla sanità. Stefania Campo a Ragusanews racconta direttamente la sua esperienza e si chiede se l’Asp si sia accertata prima che i centri accreditati abbiano attrezzature recenti.

“Dopo sette mesi di attesa per una mammografia prenotata tramite il CUP, mi sono recata presso una struttura convenzionata a Comiso, dove mi è stato chiesto di pagare un supplemento per l’utilizzo di un mammografo 3D, nonostante l’ esenzione per le attività di screening. Alla mia obiezione che l’appuntamento mi era stato assegnato tramite il CUP e che altrimenti non avrei atteso sette mesi per una prestazione a pagamento, sono stata informata che, senza il pagamento del supplemento, sarei stata sottoposta all’esame con un macchinario obsoleto”.

In sostanza, vuoi la visita con il macchinario moderno?
Paga (30 euro, ndr) altrimenti ti accontenti.
Eppure si sa come nella diagnosi delle malattie più gravi il livello di precisione del macchinario può fare la differenza. La stessa richiesta di pagamento, riferisce la parlamentare, è stata fatta a tutte le altre donne presenti nella sala d’attesa, sollevando il sospetto che questa prassi sia applicata regolarmente. Inoltre, rimane il dubbio, tutto da accertare, se la prestazione erogata sia stata pagata dall’utente privato e dal servizio sanitario. Danno e beffa.

“Sarebbe davvero inaccettabile- riferisce Stefania Campo- che le strutture convenzionate con il servizio sanitario chiedano un supplemento per l’uso di tecnologie avanzate, nonostante le prenotazioni tramite CUP e la presenza di esenzioni”.
Un mammografo con meno di dieci anni permette una visione più accurata e approfondita delle patologie tumorali: la mammella è analizzata da diverse angolazioni grazie a un’acquisizione a strati in 3D, il che consente di esaminare parti di tessuto che altrimenti rischiano di rimanere nascoste. Il deputato grillino ha rivolto una serie di interrogativi al Presidente dell’Assemblea regionale e al Governo sul modo in cui come vengono effettivamente utilizzati i 3 milioni di euro stanziati per ridurre le liste d’attesa nell’ASP di Ragusa.
“Le convenzioni coprono solo l’uso di macchinari obsoleti, lasciando i macchinari più avanzati come servizio a pagamento?- scrive la Campo. Ed ancora. “È stata rispettata la ripartizione al 50% tra pubblico e privato? Le risorse destinate al privato sono state sottratte ai fondi per il servizio sanitario pubblico, con conseguenze negative sulla qualità dei servizi offerti? Quali misure sono state adottate per prevenire abusi o irregolarità nella rendicontazione delle prestazioni convenzionate?"


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