Auto e motori Torino

Montezemolo: "Triste vedere l'Italia senza produzione di auto"

Montezemolo: "Triste vedere l'Italia senza produzione di auto. C’è da indignarsi ma sento un silenzio assordante"

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/22-09-2024/montezemolo-triste-vedere-l-italia-senza-produzione-di-auto-500.jpg Montezemolo: "Triste vedere l'Italia senza produzione di auto"


Torino - «Dov’è la Fulvia coupé?».
Luca Cordero di Montezemolo, 77 anni, si fa largo con l’esuberanza di un ragazzo — la stessa di quando poco più che ventenne alle prime gare di rally con Cristiano Rattazzi, si faceva chiamare Luca Nerone, «per non farmi scoprire da mio padre» — tra i modelli Lancia Fulvia esposti al parco Amilcare Merlo di Confindustria Cuneo per la mostra dedicata al genio di Vincenzo Lancia. L’ex presidente di Ferrari, 19 titoli in bacheca, cerca con gli occhi la Fulvia Coupè del 1971, il modello Lancia con cui gareggiò in un rally di quasi mezzo secolo fa con l’amico di sempre, l’81enne torinese Daniele Audetto, ex manager Lancia, Fiat, Abarth Lamborghini, e intanto si imbatte in una Fulvia Sport griffata Zagato. «Zagato ha disegnato anche diverse Ferrari, oggi invece Ferrari fa disegnare modelli elettrici a gente che non ha mai progettato auto».

«Queste Lancia Fulvia sono capolavori assoluti per ingegneria e design. Sono felice e commosso di vederle tutte assieme», dice Montezemolo entrando nell’abitacolo della Coupé alla ricerca dell’emozione di un’ultima sgasata. «Ma sono anche molto triste — ammette —. L’Italia non ha più una produzione di automobili. Fiat non c’è più, Maserati non c’è quasi più e così Lancia e Magneti Marelli e Comau. Tutti marchi ex italiani, venduti ad azionisti esteri. Il marchio Lancia si produce ancora ma all’estero, forse in Spagna, sicuramente non più nel nostro Paese. Persino la Fiat Seicento, simbolo della nostra industria nel dopoguerra è prodotta in Polonia, mentre i nostri stabilimenti sono vuoti e gli operai vengono umiliati dalla cassa integrazione. Ci sarebbe da indignarsi, ma sento solo un silenzio assordante». 

«Qui in Piemonte la mia famiglia ha radici che risalgono al 1.300. Sono terre a me molto care. I miei cugini producono ottimi vini rossi a La Morra. Qui c’è un’operosità unica, una capacità di creare che ha dato i natali a Giugiaro, Bertone, Pininfarina. Il Piemonte è la casa dell’auto italiana, peccato che l’industria dell’auto sia praticamente scomparsa». Sulla vicenda giudiziaria che ha portato al sequestro di 75 milioni di euro ai tre fratelli Elkann, John, Lapo e Ginevra, Montezemolo preferisce non commentare: «È tutto molto triste, non mi faccia dire altro. Godiamoci le innovazioni di Vincenzo Lancia che fu un precursore in tutto e la bellezza del Monregalese». 

Sull’ipotesi di sbarco di costruttori cinesi in Italia e magari in Piemonte, l’avvocato Montezemolo non mette barriere, anzi spalanca le porte. «Viviamo una stagione drammatica di deindustrializzazione. Sono sconcertato dal silenzio di tomba sul destino dell’industria automobilistica, ormai siamo solo l’ottavo produttore europeo di vetture. Quindi dobbiamo attrarre investitori: dall’Europa, dall’America e anche dalla Cina. Non possiamo lasciar morire tutte quelle aziende di componentistica auto che hanno fatto avanzare il Paese». Luca Cordero di Montezemolo riceve l’attestato di cittadino onorario di Mondovì e un po’ si emoziona. «Questo è un territorio ricco di valori e di senso civico. Mio padre in queste montagne ha combattuto da partigiano. Ma sono terre anche di grande tradizione motoria anche se è preoccupante che l’industria italiana stia oggi scomparendo. Nel 1975 quando iniziai la mia avventura in Ferrari l’Italia era tre volte campione del mondo. Con Niki Lauda alla guida di Ferrari, con le Lancia nei rally e l’Alfa Romeo nel titolo mondiale marche. Oggi sembra vincere solo la cassa integrazione».


© Riproduzione riservata