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Allergie alimentari nei bambini: trend in crescita sotto i 3 anni

Sotto accusa i cibi ultra-processati

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Le allergie alimentari in età pediatrica stanno aumentando: sempre più bambini - in particolare sotto i tre anni - ne soffrono, e le manifestazioni sono diventate più gravi. Non si tratta di racconti aneddotici, ma di un trend diventato sempre più marcato negli ultimi due decenni, come dimostrato da alcune recenti ricerche internazionali. L’ultima, pubblicata sulla rivista Lancet Public Health, rivela che in Inghilterra il numero di persone con allergie alimentari è più che raddoppiato tra il 2008 e il 2018, con un tasso di incidenza in età prescolare che arriva al 4%. 

“I numeri dei colleghi dell’Imperial College di Londra sono coerenti con quanto abbiamo riscontrato anche noi in Italia - precisa a Salute Roberto Berni Canani, ordinario di Pediatria all’Università di Napoli Federico II e autore di una recente pubblicazione sul tema sulla rivista Journal of Allergy and Clinical Immunology Global -. Grazie alla collaborazione con i pediatri della regione Campania, abbiamo monitorato il periodo tra il 2009 e il 2021 e fatto una stima precisa delle diagnosi effettive di allergie alimentari nella popolazione pediatrica. Abbiamo osservato un incremento considerevole: del 34% nella fascia d’età tra 0 e 14 anni e addirittura superiore al 100% in quella da 0 a 3 anni”. Non solo aumentano i casi e la loro persistenza (si stima che ci siano oltre 95mila bambini affetti da allergie alimentari in Italia) - riferisce l’esperto - ma anche le manifestazioni sembrano essersi aggravate, con dati che dimostrano un incremento di accesso al pronto soccorso per anafilassi (la più grave manifestazione allergica) del 400% nello stesso periodo.

“Le allergie alimentari dipendono da un’alterata reazione immunologica agli alimenti. Può esserci una predisposizione genetica per lo sviluppo di queste patologie - precisa Berni Canani - ma la familiarità non spiega l’incremento a cui stiamo assistendo. Ci sono altri fattori che guidano il fenomeno”. A favorire la comparsa di queste patologie secondo gli esperti, sarebbero in primo luogo le cattive abitudini alimentari fin dal primo anno di vita. Il consumo di alimenti ultra-processati (come bevande gassate e zuccherate, merendine, snack, formaggini, pan carré industriali, biscottini) è molto aumentato negli ultimi anni da parte dei bambini. Alcuni composti presenti negli alimenti ultra-processati interagiscono direttamente con le cellule del bambino, inducendo effetti negativi, specie a livello del sistema immunitario e del metabolismo. Inoltre questi stessi composti alterano la composizione e le funzioni del microbiota intestinale (i miliardi di batteri che vivono all’interno del lume intestinale), contribuendo all’instaurarsi di alterazioni del sistema immunitario e del metabolismo del bambino che favoriscono la comparsa di allergie alimentari e di altre patologie croniche. Altri fattori che si pensa concorrano all’incremento dei casi di allergie alimentari sono il ricorso eccessivo agli antibiotici e l’inquinamento ambientale.

Ecco cosa fare

Le allergie alimentari non sono solo un problema sanitario, ma hanno anche ripercussioni economiche, sociali e psicologiche. Spesso i bambini allergici necessitano di alimenti speciali e di farmaci, che hanno un costo elevato e gravano sul bilancio di una famiglia. Un bambino con allergia alimentare, poi, può trovarsi in difficoltà a scuola e in altri contesti di socialità e condivisione.

“L’allergia alimentare ha un impatto non banale sulla qualità della vita della famiglia e del bambino - continua il medico - Come pediatri e ricercatori stiamo lavorando insieme alle istituzioni per sensibilizzare le famiglie nei confronti del problema. Bisogna informare le persone sull’importanza di un corretto regime alimentare, prediligendo cibi freschi e le fibre vegetali e limitando il più possibile il consumo di alimenti ultra-processati. Anche un’alimentazione varia fin dallo svezzamento è utile per favorire la tolleranza immunologica agli antigeni della dieta e quindi limitare il rischio di sviluppare allergie alimentari”.

Come da indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, poi, è da promuovere il parto naturale e l’allattamento al seno, che hanno risvolti positivi sullo stato di salute complessivo del bambino e sulle funzioni del sistema immunitario. La somministrazione di antibiotici, infine, dovrebbe essere limitata ai casi necessari.

Se l’allergia c’è già

Nel caso in cui un bambino sviluppi un’allergia alimentare, è necessario educare i genitori del bambino riguardo una corretta dieta di eliminazione in grado di favorire una crescita normale del piccolo e di prevenire la comparsa di reazioni allergiche. Ad ogni modo esistono percorsi ad hoc attraverso cui gli esperti possono guidare il bambino e la sua famiglia per controllare l’allergia fino talvolta alla sua regressione.

“Le allergie alimentari dell’infanzia possono scomparire con l’età - conclude Berni Canani - Un processo che è favorito dall’assunzione di uno stile di vita corretto, che è fondamentale, a cui talvolta, sotto stretta supervisione medica, può associarsi la somministrazione di immunoterapie e farmaci biologici, per promuovere la guarigione”.


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