Benessere Mindful-eating

Fame nervosa: tra i rimedi il “Mindful-eating”

Addio fame nervosa, abbuffate e diete estreme: la psicoterapeuta spiega come perdere peso e mantenere la forma fisica con la tecnica "mindful-eating".

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/31-12-2020/mindful-eating-come-fermare-la-fame-nervosa-e-perdere-peso-500.jpg “Mindful-eating”: come fermare la fame nervosa e perdere peso


La fame nervosa è un circolo vizioso dal quale bisogna fuggire. E’un problema che può capitare a tutti, nei momenti più impensabili. Rifugiarsi nel cibo per consolarsi di qualcosa che non è andato come si desiderava è un atteggiamento più comune di quanto pensi. La Mindful Eating può aiutarci a fare tutto questo! Perché è un modo di fare esperienza che coinvolge completamente il nostro corpo, il nostro cuore e la nostra mente nella scelta, nella preparazione e nella consumazione del cibo quotidiano.

Rimedi alla fame nervosa
Sotto le feste la ‘lotta’ col cibo può diventare ancora più ardua: chi ha già un rapporto problematico con l’alimentazione si ritrova a dover fare i conti con pranzi e cene abbondanti, dolci in quantità industriale, e conseguenti sensi di colpa, innescando meccanismi che mettono in crisi la persona in modo ancora più profondo. Attraverso la Mindful Eating utilizziamo i nostri sensi immergendoci nei colori, nella consistenza, nei profumi, nei sapori e anche nei suoni di ciò che beviamo e mangiamo. In questo modo esploriamo con curiosità le nostre reazioni al cibo e i segnali interni di fame e di sazietà. Imparando a mangiare con consapevolezza tutto il cibo ci sembrerà mille volte più buono e gustoso. Ci basterà anche mangiarne molto meno, perché ne saremo appagati molto prima.

L’approccio terapeutico
Come si può ritrovare un equilibrio che consenta di rendere più sereno il momento di mettersi a tavola? “La mindful–eating è un approccio terapeutico innovativo e ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica – spiega a MeteoWeb la psicoterapeuta Federica Faustini, responsabile dell’area Psicologia del centro B-Woman per la salute della donna di Roma – che attraverso un protocollo standardizzato di nove incontri (MB-EAT), permette a tutti coloro che hanno un rapporto conflittuale con il cibo di affrontarlo e risolverlo. Molte persone, infatti, nonostante non soffrano di disturbi del comportamento alimentare chiaramente diagnosticabili, hanno un rapporto negativo con l’alimentazione, ma in modo totalmente inconsapevole. Pensiamo a chi soffre di fame nervosa e che ricorre alla abbuffate per gestire le proprie emozioni negative, o ai ‘dieter’ che si sottopongono a continue ed estenuanti diete ‘on-off’, portando il corpo da uno stato di privazione fisiologica e psicologica (dieta on) ad uno stato di sovra-alimentazione incontrollata (off), fino ai ‘binge eater’ i cui meccanismi di fame e sazietà sono profondamente malfunzionanti”.

La mindful eating, sottolinea l’esperta, “rappresenta una via molto valida per prendere di mira quel circolo vizioso che alimenta la fame emotiva, offrendo la possibilità di riconoscere l’innescarsi di quel meccanismo che noi chiamiamo ‘loop’ e che determina l’iper-reazione al cibo. Attraverso un vasto bagaglio di tecniche insegna a riconoscerlo in tempo per non entrarvi o ad uscirne fuori, una volta che si è innescato. Ogni volta che si spezza un circolo vizioso, la cattiva abitudine a consolarsi col cibo si indebolisce, per lasciare spazio a modalità più sane per farvi fronte. Inoltre, studi sul protocollo MB-EAT (Mindfulness Based-Eating Awereness Training) dimostrano che, se utilizzato in psicoterapia, anche 4 mesi successivamente al termine del protocollo, il 95% degli individui affetti da Binge eating non soddisfa più i criteri del disturbo alimentare (Kristeller et al., 2012)”. Questa tecnica, prosegue Faustini, “permette di tornare ad un’alimentazione consapevole, aiutando letteralmente il cervello a ripristinare il suo naturale lavoro di regolare introito e dispendio calorico. Attraverso l’utilizzo di questo protocollo il paziente sarà in grado di compiere scelte alimentari a favore della salute e del benessere, senza ricorrere al ‘pilota automatico’ che spesso si mette in moto inconsapevolmente. Si riuscirà a distinguere tra fame emotiva e fame fisiologica, a capire quali sono i cibi ‘trigger’ che scatenano le abbuffate compulsive, a conoscere e gestire i pensieri disfunzionali e le credenze che portano all’alimentazione incontrollata. Il perseguimento di questi obiettivi, consentirà al paziente di perdere il peso in eccesso e di mantenere la forma fisica ottimale”.


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