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Lockdown: tra le conseguenze la carenza di vitamina D

Come rimediare alla carenza di vitamina D da lockdown? Lo stress può, infatti, ridurre la quantità di vitamina D necessaria a proteggere il nostro organismo.

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/11-11-2020/vitamina-d-lockdown-e-smart-working-possono-causare-la-carenza-500.jpg Vitamina D: lockdown e smart working possono causare la carenza


La vitamina D è una vitamina liposolubile che può essere assimilata sia attraverso gli alimenti che con l'esposizione ai raggi del sole. L'azione dei raggi ultravioletti attiva una forma di colesterolo presente nella pelle e la converte in vitamina D.

Carenza di vitamina D: quali sono i sintomi?
La carenza di vitamina D è una condizione alquanto subdola, in quanto tende a palesarsi (con una certa sintomatologia) solo nel momento in cui i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi. Detto questo, in un individuo, la carenza di vitamina D sintomatica può causare:
Dolore alle ossa;
Dolore alle articolazioni;
Debolezza muscolare;
Disturbi da fascicolazione muscolare;
Ossa fragili, che tendono a deformarsi, nei soggetti di giovane età, o a rompersi facilmente, nei soggetti adulti;
Difficoltà a pensare in modo chiaro;

Stanchezza ricorrente
La carenza di vitamina D compromette il funzionamento osseo, causando malattie come osteoporosi, rachitismo, osteomalacia. Da una carenza di vitamina D consegue un anomalo assorbimento del calcio da parte del tratto intestinale e una ritenzione di fosforo nei reni, causando una mineralizzazione difettosa della struttura ossea. Le ossa diventano quindi deboli e si originano deformazioni scheletriche come inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale, interessamento dell'articolazione del polso, del ginocchio e dell'anca. Spesso accade anche che i muscoli si sviluppino male, si intorpidiscono e causando formicolii e spasmi. Tra i sintomi di carenza di vitamina D c’è anche una tendenza all’irritabilità nervosa.
L'ideale per il fabbisogno quotidiano sono venti minuti con volto, décolleté, braccia e gambe scoperti – consiglia la dott.ssa Giovanna Geri, farmacista, nutrizionista e co-fondatrice della startup Vitamina.

Con l'arrivo della stagione fredda le ore di luce diminuiscono, le temperature diventano più rigide e di conseguenza ci copriamo maggiormente, impedendo così alla pelle di assorbire i raggi solari. Il tutto, poi, amplificato dal ritorno in semi-lockdown e dall’incentivazione, più che comprensibile, allo smart working che ci fa restare in casa per le ore in cui avremmo potuto prendere, almeno in viso, quei pochi minuti di sole che questa stagione ci concede. Per questo in autunno e inverno la soluzione migliore è dunque l’integrazione.

Alimentazione contro la carenza di vitamina D
Buone fonti alimentari per chi è carente di vitamina D sono: il pesce e gli oli che contiene, in particolare trota, sogliola, sgombro, salmone, pesce spada, storione, tonno e sardine; le uova, soprattutto il tuorlo; il latte, il burro; il fegato e i grassi animali, come quelli di pollo, di anatra e di tacchino, corn flakes e cereali.

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Gli integratori di vitamina D per i neonati vengono dati sotto somministrazione del pediatra
La quota di vitamina D da assumere alla nostra latitudine per il periodo ottobre-aprile è di 400 UI giornaliere. Molte persone sono però carenti ed è dunque, in quel caso, necessario fare cicli con dosi più sostanziose (1000-2000 UI al giorno) in modo da colmare il deficit più velocemente.

Quali sintomi caratterizzano la carenza di vitamina D?
La carenza di vitamina D è una condizione alquanto subdola, in quanto tende a palesarsi (con una certa sintomatologia) solo nel momento in cui i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi.
Detto questo, in un individuo, la carenza di vitamina D sintomatica può causare:
Dolore alle ossa;
Dolore alle articolazioni;
Debolezza muscolare;
Disturbi da fascicolazione muscolare;
Ossa fragili, che tendono a deformarsi, nei soggetti di giovane età, o a rompersi facilmente, nei soggetti adulti;
Difficoltà a pensare in modo chiaro;
Stanchezza ricorrente.

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Terapia
La carenza di vitamina D impone una terapia causale, cioè mirata a contrastare le cause dei bassi livelli di vitamina in questione, e una terapia atta a ripristinare un livello normale della cosiddetta “vitamina del sole”. La terapia causale varia da paziente a paziente, a seconda del fattore scatenante (ecco spiegata l'importanza di conoscere le cause precise della carenza); la terapia atta ad annullare la carenza, invece, consiste generalmente in un regime dietetico ricco di alimenti naturalmente ad alto contenuto di vitamina D oppure di alimenti fortificati con quest'ultima, e nell'assunzione di integratori specifici. Mentre la terapia causale ha effetti nel lungo periodo (quindi non immediati), la terapia volta a rimediare alla carenza è realizzata specificamente per agire nel breve periodo, in quanto la persistenza di bassi livelli di vitamina D è, come si è visto, pericolosa per la salute.

Gli Integratori di vitamina D
Gli integratori di vitamina D, in associazione ai supplementi di calcio, vengono principalmente consigliati alle donne nel periodo post menopausale come strategia preventiva contro l'insorgenza dell'osteoporosi. Tale pratica si contrappone alla terapia estrogenica sostitutiva, dal momento che la carenza di questi ormoni contribuisce in maniera rilevante all'insorgenza della malattia; trattandosi comunque di una terapia endocrina, con potenziali effetti collaterali, nella maggior parte dei casi i medici preferiscono affidarsi alla semplice integrazione di calcio e vitamina D.
L'utilizzo congiunto di questi integratori può essere affiancato anche ad un trattamento prolungato con corticosteroidi, allo scopo di prevenire l'osteopenia indotta da questi farmaci (riduzione della massa ossea).

Altre condizioni che giustificano il ricorso ad integratori di vitamina D: osteomalacia, rachitismo, ipofosfatemia familiare, sindrome di Fanconi, iperparatiroidismo secondario da bassi livelli di vitamina D, ipocalcemia da ipoparatiroidismo, psoriasi, dolori e debolezze muscolari, problemi ossei da insufficienza renale cronica


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