Benessere Vitamina K

Vitamina K, in quali cibi si trova e che cosa può provocare una sua carenza

Il ruolo fondamentale della vitamina K per il benessere dell'organismo

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Poco nota ma non per questo poco importante.
La vitamina K è essenziale per la coagulazione del sangue e per il mantenimento della salute ossea, questa vitamina liposolubile si trova in molti alimenti vegetali. Tuttavia, una carenza di vitamina K può comportare rischi seri per la salute, a partire da sanguinamenti e fragilità ossea. Ecco, allora, tutto ciò che occorre sapere su questo micronutriente così prezioso: andiamo alla scoperta della vitamina K. 

La vitamina K non è tra le vitamine più citate quando si tratta di discorsi legati al benessere, ma la verità è che le sue funzioni sono fondamentali per la salute del nostro organismo. «La vitamina K è cruciale per la sintesi epatica della protrombina e di altri fattori coinvolti nella coagulazione del sangue», spiega la nutrizionista Laura Quinti, consulente di Terme di Saturnia Natural Destination. Ma il suo impatto non si ferma qui: «la vitamina K è essenziale per il benessere delle ossa, poiché contribuisce alla produzione di osteocalcina, una proteina che trasferisce il calcio dalle arterie alle ossa. In questo modo, da un lato, la vitamina K garantisce la robustezza del nostro scheletro; dall’altro, previene pericolose calcificazioni nei vasi sanguigni, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. Va inoltre detto che la vitamina K appartiene alla categoria delle vitamine liposolubili, come la A e la D. Nel nostro organismo viene assorbita insieme ai grassi alimentari e immagazzinata nel fegato e nel tessuto adiposo, pronta per essere rilasciata in caso di necessità». 

Integrare la vitamina K nella dieta è più semplice di quanto si pensi, grazie alla sua abbondanza in diversi alimenti di facile reperibilità. Ricorda Quinti: «il gruppo della vitamina K comprende la K1 e la K2, entrambe fondamentali per il nostro organismo. Queste due forme di vitamina K provengono da fonti alimentari differenti. La vitamina K1, o filochinone, si trova principalmente in verdure a foglia verde come spinaci, cavoli, broccoletti e lattuga, ma anche in alimenti come pomodori, avocado e oli vegetali. È presente anche in carne, uova e fegato. C'è poi la vitamina K2 che ha, invece, origine batterica ed è prodotta dalla flora intestinale. Si trova in alimenti fermentati come il natto, un piatto giapponese a base di fagioli di soia fermentati, e nei formaggi fermentati, nei latticini e nelle uova», precisa Quinti. Attenzione, però, alla preparazione. «Sebbene la vitamina K non venga distrutta dalla cottura, la sua biodisponibilità può essere ridotta dalla presenza di grassi buoni, come quelli dell'olio d'oliva, e degli omega-3 del pesce azzurro». Per un apporto ottimale, è importante bilanciare questi alimenti nella dieta quotidiana. «Un adulto dovrebbe assumere circa 140 microgrammi di vitamina K al giorno. I bambini necessitano di meno vitamina K rispetto agli adulti, mentre gli anziani ne richiedono di più, dal momento che in età avanzata risulta cruciale ottimizzare e preservare la salute delle ossa e del cuore». 

La carenza di vitamina K, seppur rara, può avere conseguenze negative importanti. «Può manifestarsi con problemi legati alla coagulazione, come sanguinamenti gengivali, lividi frequenti, epistassi e, nelle donne, mestruazioni abbondanti in giovane età», spiega la nutrizionista Quinti. «La carenza di vitamina K2, invece, colpisce l'apparato scheletrico, portando a fragilità ossea, artrosi e osteoporosi. Inoltre, questa carenza può aumentare il rischio di calcificazione aortica». Alcune persone sono più a rischio, a partire da chi segue diete restrittive, eccede con gli alcolici, utilizza antibiotici a lungo termine o anticoagulanti. «Anche una dieta inadeguata durante la gravidanza può impedire al feto di ricevere abbastanza vitamina K tramite la placenta». L'integrazione è necessaria solo in casi specifici, sempre e solo sotto consiglio medico. «L’autoprescrizione è assolutamente sconsigliata, perché la vitamina K può interagire con farmaci come gli anticoagulanti. Solo un esperto può valutare la necessità di integrarla e in che quantità», sottolinea Quinti.


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