Cronaca Roma

Autopsia di Margaret Spada: «Morta in quadro sofferenza acuta». Necessari ulteriori esami

È il primissimo dato che emerge dall'autopsia di Margaret Spada, la ragazza morta nel corso di un intervento di rinoplastica parziale, svolta all'«istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata di Roma

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Roma - Una morte avvenuta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile «a sofferenza acuta», la cui origine dovrà essere accertata con gli esami tossicologici e istologici per capire cosa è stato somministrato prima e dopo il malore. È questo il primissimo dato che emerge dall'autopsia di Margaret Spada, la ragazza morta nel corso di un intervento di rinoplastica parziale effettuato presso lo studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio a Roma. L'autopsia è stata scolta svolta oggi all'Istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. 

Gli esami tossicologici e istologici saranno fondamentali per chiarire cosa sia stato somministrato alla giovane prima e dopo il malore durante un intervento di rinoplastica parziale. L’indagine mira anche a stabilire se i protocolli medici siano stati rispettati e se le attrezzature necessarie fossero presenti nella struttura. 

Lo studio di Roma dove i due Procopio hanno eseguito l’intervento risultato poi fatale per Agata Margaret Spada non risulta autorizzato per attività procedurali. Ad affermarlo è il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, confermando uno dei sospetti sullo studio di via Cesare Pavese dove a inizio novembre è stata eseguita la rinoplastica parziale sulla 22enne. «Daremo agli investigatori e ai Nas tutte le informazioni», ha detto Rocca a margine di una conferenza all’ospedale Sant’Andrea. «Da una prima analisi, non ci risulta un’autorizzazione sanitaria valida. Queste sono le informazioni che ho assunto in via sommaria. Gli uffici stanno approfondendo». Intanto il giudice delle indagini preliminari ha convalidato il sequestro preventivo del centro in zona Eur. Il rischio, secondo il pm Erminio Amelio, sarebbe quello di «reiterazione del reato».


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