Chiaramonte Gulfi - "Purtroppo il bosco di Chiaramonte Gulfi, nel pomeriggio di ieri è stato nuovamente interessato da un violentissimo incendio che ha coinvolto gran parte della vegetazione insistente nei territori di Licodia Eubea e Monterosso, giungendo alle porte del territorio di Chiaramonte Gulfi".
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A parlare è il sindaco Iano Gurrieri. "Le squadre antincendio della Forestale si sono, da subito, messe all’opera, ma la dimensione e vastità dell’incendio ha richiesto anche l’intervento di canadair per domare le fiamme, grazie all’immediato interessamento della Prefettura, sotto il coordinamento di S.E. il Prefetto, dr. Ranieri e della Vice Prefetto dr.ssa Mallemi, con la quale sono stato costantemente in contatto. Recatomi immediatamente sui luoghi, ove sono giunti anche i Carabinieri con il Comandante Sciuto e due agenti, ho preso atto che, dalle ore 20.00, nonostante le fiamme non fossero state tutte domate, non era più possibile in condizioni di sicurezza continuare a operare all’interno del bosco. Infatti, le squadre di soccorso avevano ricevuto direttive dai vertici provinciali del Corpo Forestale di interrompere le attività, perché così prevede il protocollo regionale. Tuttavia, le fiamme, in maniera assai pericolosa, si rivolgevano verso valle, in direzione contrada Piano dell’Acqua. Avendo personalmente potuto prendere contezza della pericolosità delle fiamme, ho ritenuto opportuno, in qualità di Sindaco, intervenire nella vicenda, segnalando come, pur non potendo proseguire le attività all’interno del bosco, si sarebbe potuto operare da valle per scongiurare l’avanzata delle fiamme, con basso rischio per l’incolumità degli operatori.
"Constatato che i coordinatori provinciali del servizio insistevano nella rigida interpretazione del protocollo regionale, sono stato costretto a contattare direttamente il dirigente provinciale per rappresentargli questa mia diversità di vedute, insistendo sul rischio connesso alla discesa delle fiamme a valle, al punto da interessare le enormi distese di tendoni in plastica delle aziende agricole insediate nella zona e a seguire decine di abitazioni di Piano dell’Acqua, specie se si consideri che già una civile abitazione di due cittadini ragusani era stata investita dalle fiamme. Comprendo i protocolli e la necessità di rispettare le procedure, anche in condizioni di disagio ed emergenza, però, spesso, la realtà supera la teoria, e l’esperienza deve sempre consigliare la soluzione più opportuna. Ne è scaturito uno scontro piuttosto energico tra il sottoscritto e il dirigente provinciale del Corpo Forestale, pur nel rispetto dei reciproci ruoli, ma l’importante è essere riusciti a far comprendere che non si poteva in alcun modo rischiare che nella notte le fiamme potessero raggiungere le abitazioni e i tendoni con copertura in plastica già pieni di raccolto per rimanere ancorati rigidamente al protocollo. Lascio immaginare quale sarebbe stata la proporzione dei danni se non ci fosse stato, per tutta la notte,un intervento di grande professionalità e generosità di Vigili del Fuoco e del personale della Forestale, coordinati sui luoghi dal dr. Elio Antoci, impegnati con ben sei mezzi con autobotte e che con il loro intervento hanno potuto scongiurare incalcolabili danni per l’ambiente e l’economia del territorio, se solo si consideri che sono comunque andati distrutti oltre 200 ettari di bosco e altri circa 200 ettari di terreni privati, compresi circa 400 alberi di olivo".
"Adesso che l’emergenza è rientrata è determinante avere però risposte da parte dei vertici regionali su quali saranno le procedure e i protocolli che verranno messi in campo nell’ipotesi in cui tali fenomeni dovessero ripetersi; nel caso in cui vi sia interessamento di abitazioni e pericolo per la vita umana non è pensabile, infatti, procedere con una rigida interpretazione dei protocolli, specie nel caso in cui, come accaduto ieri notte, sia possibile continuare a operare in condizioni di assoluta sicurezza per gli operatori. E se qualcuno dovesse ancora avere perplessità è invitato a venire suoi luoghi e constatare dove sono state fermate le fiamme e quanto rigogliosa sia la produzione che si è potuta salvare".