Modica - «Mi ha chiamato un amico che lavora come amministrativo nel pool di vaccinazione a Scicli, mi ha detto che c’erano dei vaccini in più che bisognava utilizzare entro due giorni e sono andato. Sono ultraottantenne, ho altre patologie e ho capito che alla Asl non avevano una lista di persone da chiamare». Ma Don Umberto Bonincontro, 81enne parroco di Modica, non si è fermato qui e a Repubblica racconta candidamente di aver fatto partire lui il passaparola che, il giorno dopo, ha riversato 150 persone all’entrata del centro vaccinazione di Scicli, a caccia di dosi “avanzate”: «Sì, l’ho detto io nella messa dell’Epifania che c’era questa opportunità. Non mi pareva che fosse una cosa sbagliata, ho incontrato anche due ragazzi quella sera che si vaccinavano».
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Non c’è solo la Sicilia nella Vaccinopoli scatenata dall’arrivo, a singhiozzo, dei scatole con i sieri: dalla Puglia all’Emilia-Romagna sono già diversi i casi di favoritismo vissuti con protagonismo dai loro attori: non si rendono conto di aver commesso un abuso e di violare le regole di comportamento civile, ancor prima che giuridico. Il quotidiano ricorda anche gli amministratori di Polizzi, sulle Madonie, che hanno saltato la fila esattaente come il governatore campano Vincenzo De Luca. E i sei studenti universitari estratti a “simbolo” dal rettore dell’Università di Catania, tra i primi a ricevere l’agognata fiala che adesso, in attesa delle nuove forniture, ha iniziato a scarseggiare.