Portopalo di Capo Passero - Un incendio quasi certamente di natura dolosa e inspiegabile perchè ha attaccato un cuore del patrimonio artistico di Portopalo di Capo Passero, la Fortezza, e non solo. Il rogo infatti ha distrutto le attrezzature e i costumi di scena di Colapesce-La Leggenda sull’isola, uno spettacolo che in questi weekend d’estate ha avuto luogo proprio lì, intrattenendo, con successo, moltissimi spettatori. Con un lungo post su Facebook è Gisella Calì, attrice e regista, a comunicare l’accaduto.
“Sono andati bruciati i nostri costumi, le scenografie, strumenti musicali, tra cui alcuni antichi e preziosi, il teatrino dei pupari, tanta attrezzeria del nostro spettacolo, le panche e le casse per il pubblico. Le maestose e brillanti mura, che ci fanno da scenografia naturale da ben oltre 170 recite, adesso sono nere e l’acqua dell’unico pozzo sull’isola odora di benzina. Abbiamo appreso tutto questo, due ore prima di un fine settimana sold out. Appena entrati in fortezza, abbiamo pianto. Tutti. I 60 attori che da 5 anni vivono questo luogo come casa e la rispettano come un tempio.Non per le cose perse, che sicuramente ci arrecano un grave danno economico ed affettivo, ma per le ferite inferte a quel luogo sacro che per secoli è stato dimora e scenario di vita e di morte di preziose pagine della nostra storia e che da 5 anni è testimone silenzioso e solenne del nostro rito teatrale.
A questo punto è accaduto il miracolo.
Nel giro di un paio d’ore abbiamo ripulito tutto e recuperato l‘essenziale per far fronte alle 6 recite sold out di questo weekend. Grazie ad Alessandra Fabretti e a Corrado, il venditore di conchiglie sulla spiaggia, che ci hanno procurato cassette ed attrezzeria, al Comune e a Cintya di Plaza del Sol, che ci hanno prestato le sedie, a Rosy Bellomia, la nostra costumista, che ha recuperato il più possibile, ad alcuni ragazzini di Portopalo che ci hanno aiutato a caricare tutto sulle barche, in cambio di un gelato ed un tè freddo.Ma soprattutto Grazie agli Attori, straordinari, di questo lavoro, che sotto il sole cocente e prima di andare in scena, spontaneamente, hanno creato una catena umana per tutta l’isola trasportando a spalla il necessario. Noi siamo più forti – mi ha rassicurato uno di loro. E abbiamo celebrato il nostro incontro con gli spettatori. Sei spettacoli stracolmi di pubblico e di cuore, di forza e di applausi. Con gli attori talmente bravi da far pensare che non mancasse nulla. E poi, tanta solidarietà da parte di chi in questi anni è stato con noi. Non lo so se “siamo più forti”, ma sicuramente siamo più felici e uniti di chi ha il cuore così nero e triste da spingerlo a tali atti. Scendo dall’isola, sulla quale ero salita pervasa d’angoscia e dolore, colma di gratitudine e di gioia. Colapesce è sempre lì, con le mani “ abbruciacchiate “ come dicono i nostri pupari, a reggere la colonna della nostra isola”.