Siracusa - Aveva avuto da poco il Covid da asintomatico, Stefano Paternò, il militare morto lo scorso 9 marzo, 15 ore dopo aver avuto iniettata la prima dose del vaccino Astrazeneca. Aveva cioè già anticorpi sviluppati e la somministrazione li ha accresciuti: sono diventati troppi, scatenando una risposta eccessiva dell’organismo con un’infiammazione che non gli ha dato scampo. La perizia certifica il rapporto di causa-effetto tra siero e decesso ma fa uscire dall’inchiesta tre dei 4 indagati dalla Procura di Siracusa: il medico e un infermiere dell’ospedale militare di Augusta, dove il vaccino fu somministrato; e il medico del 118 che la notte successiva tentò di rianimare il sottufficiale della Marina nella sua abitazione a Misterbianco, nel catanese.
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Per loro i magistrati chiederanno l’archiviazione: nessuno poteva sapere, incluso lo stesso Paternò, che “da asintomatico aveva sviluppato una propria risposta immunitaria al Covid - spiega il procuratore Sabrina Gambino -, entrata in contrasto con il vaccino, provocando quella che in termine medico si chiama tempesta citochinica”. Resta aperta la posizione del quarto indagato: l'ad di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum. Resta comunque un caso che i pm considerano piu’ «unico» che raro, rispetto agli altri ancora sotto indagine da parte di diverse procure siciliane. Per questo ieri è stato disposto il dissequestro e la redistribuzione delle fiale Astrazenca del lotto di cui faceva parte quella iniettata al marinaio: gli approfonditi accertamenti sui campioni sono risultati conformi alle caratteristiche.