Roma - I funerali di Margaret Spada si terranno lunedì 18 novembre a Lentini, nell'ex Cattedrale, oggi chiesa Madre di Sant'Alfio alle ore 11. Ad annunciarlo all'Ansa è l'avvocato della famiglia della ragazza morta di un intervento di rinoplastica, Alessandro Vinci: «Stamane Margaret ha lasciato Roma per andare a Lentini - ha detto -. La famiglia sta portando a casa la loro amata figlia. La città intende abbracciare la famiglia per una perdita drammatica che coinvolge la comunità di Lentini. Un abbraccio sentito e che va oltre i confini del comune».
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Lunedì, 18 novembre, sarà proclamato lutto cittadino a Lentini, nel siracusano. Lo ha annunciato il sindaco Rosario Lo Faro che ha pubblicato sui social l'ordinanza sindacale per la proclamazione del lutto cittadino nel giorno in cui saranno celebrati i funerali della ragazza. «La proclamazione del lutto cittadino - dice il sindaco - è il modo in cui l'amministrazione e l'intera città intendono manifestare solennemente e tangibilmente il proprio cordoglio per il tragico evento». La scelta per esprimere «il cordoglio di tutta la comunità lentinese e i sentimenti di partecipazione al dolore dei familiari per la prematura e tragica perdita».
L'autocertificazione: «Qui solo pre e post operazione»
«In questo studio si svolgeranno solo visite pre operatorie e controlli post intervento». Era il 2009 quando in un'autocertificazione inviata alla Asl e al Comune di Roma uno dei titolari dello studio in via Cesare Pavese a Roma, zona Eur, assicurava che lì non si sarebbero fatti interventi ma solo verifiche prima e dopo gli interventi. Ma proprio in quello studio dove «non si poteva operare», come appurato da indagini amministrative, fu sottoposta il 4 novembre scorso ad un intervento Margaret Spada, appena 22 anni. Lì iniziò a sentirsi male, come testimonierebbe un video girato dal fidanzato, per poi morire in ospedale. Nella stessa autocertificazione il titolare forniva tutti i suoi titoli accademici, oltre alla laurea in medicina a Padova e all'abilitazione a Verona anche una specializzazione in chirurgia plastica conseguita all'Università Cattolica di Rio de Janeiro in Brasile, dettaglio questo aggiunto a penna. Il figlio invece si è laureato in Romania.
Il medico segnalato ai Nas
Nel mare di carte che stanno emergendo dalle verifiche disposte anche dalla Regione viene fuori la storia travagliata dello studio che pure aveva tanti pazienti grazie anche ai social. Nel 2008 lo studio è oggetto di un provvedimento di chiusura perchè sprovvisto di autorizzazione e anche in questo caso, nelle controdeduzioni, il titolare sostiene che lo studio «non è mai entrato in funzione», aggiunge comunque che aveva i requisiti per essere idoneo chiedendo l'archiviazione della pratica. E sottolinea: «Qui si svolgono solo le visite». E ancora: uno dei titolari dello studio in base ad accertamenti amministrativi svolti nel 2023 era privo di specializzazione e non poteva effettuare interventi di chirurgia estetica/plastica non a scopo ricostruttivo. Secondo quanto si appende, era stata comunicata ai Nas la non idoneità del medico in questione, visto che per l'esercizio di attività specialistica ambulatoriale è necessario il titolo di specializzazione da parte del medico responsabile.
La struttura di viale Cesare Pavese, nel quartiere Eur, risulta inoltre sprovvista di autorizzazione per quel tipo di intervento secondo quanto rende noto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Il gip ha convalidato il sequestro del centro. La misura è stata disposta su richiesta del pm Erminio Amelio per il rischio di «reiterazione del reato».
L'inchiesta in Procura a Roma dovrà tenere conto degli atti amministrativi anche in vista dell'audizione dei due medici, padre e figlio, titolari dello studio a cui si era rivolta la 22 enne. Ieri l'autopsia aveva evidenziato che la morte era avvenuta in un «quadro generale compromesso» culminato con l'arresto cardiocircolatorio. Un decesso arrivato il 7 novembre dopo tre giorni di agonia. Ora gli esami tossicologici e istologici aiuteranno a capire cosa sia stato somministrato alla ragazza prima e dopo il malore mentre le analisi degli organi punteranno a chiarire l'esistenza di patologie cardiache e a verificare eventuali intolleranze alle sostanze utilizzate per l'anestesia.
Sul fronte delle indagini i carabinieri del Nas la prossima settimana svolgeranno un nuovo sopralluogo all'interno dello studio medico per verificare se fossero presenti, al momento del malore, strumenti per le emergenze come il defibrillatore o medicinali da utilizzare in caso di shock anafilattico come il cortisone. Un punto su cui il difensore di uno degli indagati, l'avvocato Domenico Oropallo, respinge le accuse affermando che «nella struttura era presente il defibrillatore».
Un dato certo è che gli investigatori nel centro medico non hanno trovato alcun documento, a cominciare dal consenso informato. Nessun atto legato alla contabilità o a pagamenti. Gli inquirenti dovranno ora analizzare il cellulare della ragazza per ricostruire gli accordi, presi in estate: circa 2.800 euro per un intervento che sarebbe dovuto durare circa 20 minuti. La giovane, inoltre, si sarebbe accordata via chat con il figlio del titolare dello studio a cui avrebbe mandato anche l'esame dell'elettrocardiogramma via WhatsApp.