Roma - La laurea in Romania, convertita in Italia, di Marco Antonio Procopio, i tentativi del padre Marco di accreditare l’appartamento di via Cesare Pavese per gli interventi chirurgici e poi l’autocertificazione sul fatto che lì veniva gestito solo il pre e post operazioni. Sono tanti gli aspetti amministrativi che vanno chiariti attorno alla vicenda della morte della 22enne Agata Margaret Spada, il 7 novembre scorso, dopo un intervento estetico al naso. In attesa della nuova ispezione del Nas dei carabinieri e degli esami legati all’autopsia, se il quadro di violazione delle norme in cui agivano i due chirurghi venisse confermato, entrambi rischiano la radiazione dall’Ordine dei medici.
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Sul volto della ragazza arrivata appositamente da Lentini perché convinta dai video su TikTok che la «tecnica innovativa appresa in Brasile» fosse quella migliore per rimodellare la punta del proprio naso, non sono stati trovati segni evidenti dell’operazione. Ma tutto induce a pensare che l’intervento programmato fosse una «rinoplastica senza osteotomia», ossia senza rompere e ricomporre l’osso del naso, ma agendo solo sulla cartilagine nella sua parte più estrema. A tutti gli effetti, un intervento di chirurgia, seppur poco invasivo, per il quale le linee guida prescrivono comunque una approfondita anamnesi, il ricorso ad una anestesia locale e l’impiego di strumenti propri di questa branca medica. Dunque non affrontabile in un ambulatorio che dai primi controlli è apparso sprovvisto di tutto (ossigeno, defibrillatore, farmaci di emergenza), senza una valutazione preventiva che andasse oltre le foto mandate su WhatsApp assieme alle analisi del sangue e un elettrocardiogramma e in assenza di un anestesista.
Cosa abbia poi scatenato «la situazione di acuta sofferenza» fino al decesso «per arresto cardiocircolatorio», è ancora da chiarire. Assieme all’esame tossicologico per risalire al farmaco che le è stato iniettato, i prelievi effettuati dal medico legale Filippo Milano sugli organi della ragazza diranno se soffrisse di patologie cardiache congenite, al momento non evidenziate. La 22enne non aveva ricevuto neanche il modulo del consenso informato ed è possibile quindi che anche su sue eventuali allergie ci sia mossi «al buio», salvo poi chiedere conferme al fidanzato quando lei ha cominciato a sentirsi male. L’intervento doveva durare 20 minuti, per 2.800 euro.
Ecco quindi che le indagini del pm Erminio Amelio potrebbero presto passare al setaccio le tante testimonianze comparse sui social in questi giorni, di ragazze e ragazzi che raccontano la loro esperienza in quell’ambulatorio. «Anche io, un anno fa, ero sullo stesso lettino di Margaret per un ritocco del naso e anche io ho avuto tremori e tachicardia subito dopo l’anestesia. Quando ho letto la notizia della sua morte sono rimasta di ghiaccio...», racconta Maria Rita Misuraca, giornalista sportiva, 25 anni, pure lei siciliana. Si era rivolta al dottor Marco Procopio un anno fa, maggio 2023, per aggiustare un precedente intervento sempre al naso. Di quel mattino ricorda tutto: l’arrivo in taxi, i dottori che entravano e uscivano dalla stanza, soprattutto i tremori dopo l’anestesia. «Mi rassicurarono, dicendomi che era normale — ricorda in un video sui social — Forse, quello che è accaduto a quella ragazza, poteva capitare anche a me». Altre prima di lei avevano raccontato di malori, dicendosi pronte a denunciare. Insieme a molte pagine di influencer o aspiranti tali che su Instagram e TikTok tessevano le lodi dei Procopio, anche la pagina internet del loro studio non è più raggiungibile. Qui il padre vantava i suoi studi «nella scuola di chirurgia plastica per antonomasia, quel del luminare Ivo Pitanguy a Rio de Janeiro».