Trapani - Non conoscevo Marisa Leo, responsabile marketing di una cantina del trapanese, mamma 39enne di una bambina di tre anni, uccisa con tre colpi di fucile dall’ex compagno, poi suicida. Molte delle persone che conosco conoscevano Marisa e la ricordano affrante per quel che traspare: una donna bella forte coraggiosa, che della persecuzione del suo stalker ha fatto racconto, incoraggiamento per le altre donne vittime di violenza.
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E’ vero che serve una rifondazione della cultura e della formazione dei maschi in questo Paese in cui c’è quasi un femminicidio ogni due giorni. Ma in attesa che i maschi vengano educati correttamente c’è una emergenza. A questa emergenza si può rispondere con due strumenti: la tecnologia e la legislazione.
Nella vicina Spagna la potenziale vittima di aggressione è dotata di un dispositivo in grado di rilevare la presenza dell’aggressore – dotato di braccialetto elettronico – nelle vicinanze e di generare immediatamente un allarme verso il cosiddetto Centro di Monitoraggio antistalking. I dispositivi permettono di tracciare costantemente la posizione del molestatore e notificano immediatamente al Centro di controllo la violazione di una delle zone di sicurezza attorno alla vittima. In questo modo esiste anche la possibilità di contattare la persona in regime interdittivo (che ha un divieto di avvicinamento verso l’ex partner) per verificarne le intenzioni e dissuaderla.
La vittima dello stalker, d’altro canto, è dotata di un dispositivo portatile nel quale è presente un bottone di allarme che attiva anche la chiamata diretta con l’operatore di polizia. Sono strumenti integrabili in un normale cellulare, posto che lo stalker deve essere obbligato al braccialetto elettronico.
Nel caso di Marisa, il padre della bambina ha usato proprio la piccola come esca per trarre in trappola la donna. “Vieni a prendere la bambina”. Anche qui non si capisce come la legge italiana permetta a uno stalker conclamato di esercitare con pieno diritto il ruolo di padre.
Marisa è morta in maniera terribile, e però non possiamo permettere che in un’epoca in cui c’è tecnologia e cultura giuridica avanzate, uno stalker possa agire in maniera libera, decidendo della vita della ex compagna, della propria e di quella di una bambina di cui oggi siamo tutti padri e madri.