Ercolano, Napoli - Primo e ultimo giorno di lavoro, in nero, per le vittime dell'esplosione in una fabbrica abusiva di confezionamento di fuochi d'artificio a Ercolano. Per identificare le vittime si è dovuta attendere la sera di lunedì 18 novembre: i corpi straziati erano difficili da riconoscere anche per i parenti dei giovani morti nello scoppio. Si sono riversati tutti in via Patacca 94, nel capannone in una zona agricola ai confini con San Giorgio a Cremano. Il padre di Samuel Tafciu, 18 anni, di origini albanesi ma da dieci anni in Italia, sua suocera, mamma della moglie 17enne che ospitava la coppia in casa, a Ponticelli. La mamma di Aurora e Sara Esposito, gemelle 26enni di Marigliano. Famiglie distrutte dalla tragedia e dalla piaga del lavoro che non c'è, e quando si trova può costare la vita.
Il dolore del papà di Samuel
Era diventato padre appena quattro mesi fa Samuel Tafciu. Aveva sposato la fidanzata 17enne e insieme vivevano a Ponticelli, in casa della suocera Anna Campagna, che di lui ha detto: «Hanno una bambina di quattro mesi e lui lavorava per lei e la moglie. Un bravissimo ragazzo, un lavoratore. Era in Italia da 10 anni e aveva tutte le carte a posto. Aveva già svolto altri lavori, ma non lo pagavano per cui ha fatto pure una vertenza all’ex titolare. Faceva il magazziniere, si è sempre spaccato la schiena ma qui sei tutelato solo se spacci o vai a rubare. Poi per un bravo ragazzo queste sono le possibilità, è morto bruciato vivo, era al suo primo giorno di lavoro». Al capannone di via Patacca è arrivato anche suo padre, distrutto: «Datemi una pistola, mi voglio sparare».
Le gemelle Sara e Aurora
È ancora la suocera di Samuel a parlare di Sara e Aurora Esposito, le gemelle 26enni vittime dell'esplosione. Con loro, il neopapà aveva consumato l'ultimo pasto: un panino all'esterno del capannone. «Anche le due ragazze morte erano madri single, lavoratrici per i loro figli piccoli. Mio genero ci ha chiamato alle 13, ci ha detto che stavano mangiando un panino. Poi un’ora dopo il dramma. Tre famiglie distrutte, chi ci darà indietro i nostri figli?», dice la signora Campagna al Mattino. «Con il reddito di cittadinanza porto avanti una famiglia di cinque figli. Come facciamo che non abbiamo nemmeno i soldi per fare il funerale a questo ragazzo? Ce lo paghi lo Stato».
La rabbia dei sindacati
«Una strage senza fine, una tragedia quotidiana a cui aggiunge la rabbia per la giovanissima età delle vittime e per il fatto che era al primo giorno di lavoro in una struttura abusiva. Non basta più il cordoglio e lo sdegno ma interventi concreti e urgenti in materia di sicurezza sul lavoro e anche sul fronte della legalità. Ormai l'elenco dei morti sul lavoro nella nostra regione è in continuo aumento». Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commenta il crollo di una palazzina ad Ercolano, adibita a deposito abusivo di fuochi pirotecnici, in cui sono morti tre giovani. «Con quelle di oggi salgono a 67 le vittime dall'inizio dell'anno. Al Governo Meloni, che continua con la politica dei tagli, anche sulla salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, non possiamo che rispondere con la protesta e lo sciopero generale, ormai l'unico strumento a disposizione per fare arrivare a Roma la voce di chi ogni giorno esce di casa per portare il pane a casa e, sempre più spesso, non vi fa più ritorno. Anche per queste ragioni il 29 novembre scenderemo in piazza a Napoli», conclude Ricci.