Scicli – Forse farebbero bene ad andare coi loro piedi in caserma dai carabinieri gli assassini di Peppe Ottaviano, lo sciclitano 40enne ucciso tra sabato 11 e domenica 12 maggio nella sua casa di via Manenti a Scicli.
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Se i militari non sono già andati a scovarli nelle loro tane.
Peppe Ottaviano conosceva bene i suoi assassini, tanto da accoglierli in casa. Con loro ha bevuto una birra, il che potrebbe far retrodatare l’omicidio a sabato sera, insieme hanno fumato delle sigarette.
A bere amichevolmente con Peppe era più di uno. Tutto farebbe pensare a un clima disteso, ma qualcosa è andato storto fra i protagonisti di questa tragedia.
Sangue, sangue in diverse stanze della casa, forse non solo quello di Peppe.
È quello che hanno trovato i carabinieri allertati da alcuni parenti che nella giornata di domenica 12 maggio non riuscivano a mettersi in contatto con lui.
La mamma di Peppe era andata a trovare l’altra figlia nel nord Italia, e lui era diventato irraggiungibile. La casa di via Manenti, seppur in ordine, si è presentata come il teatro di una grande colluttazione fra più persone, con tracce di sangue ovunque.
Il corpo senza vita di Peppe era riverso a letto, con ferite al sopracciglio, alla testa, al volto e al naso. Non ci sono segni di effrazione sulla porta di ingresso dell’abitazione, quindi Peppe aveva aperto la porta di casa ai suoi assassini perché li conosceva, aveva appuntamento con loro, erano persone con cui forse si scriveva su Whatsapp o che chiamava al cellulare.
I Ris dei carabinieri hanno lavorato oggi e finiranno di acquisire tutti gli elementi di prova domattina: impronte digitali, sangue, Dna, peli, capelli, impronte delle scarpe, tutti i segni indelebili che gli assassini hanno lasciato nel loro cammino omicida.
Ma volevano uccidere? O si è trattato di un caso di overkilling, ovvero di scatto rabbioso e imprevedibile di violenza improvvisa dovuta a un fatto scatenante inatteso?
Già, non è ancora chiaro come Peppe sia morto. Per strangolamento?
Stasera alle 20 il corpo di Peppe è stato trasportato dalla casa sciclitana alla camera mortuaria dell’ospedale Maggiore di Modica, in cella frigorifera.
Intanto, sul teatro del delitto oggi si è recato anche il Procuratore capo facente funzione Marco Rota, in affiancamento alla Pm Silvia Giarrizzo.
Peppe Ottaviano appartiene a una famiglia molto stimata a Scicli, rispetto a cui ha interpretato il personaggio sregolato nel corso degli ultimi anni. Si era laureato all’Università cattolica di Piacenza. A Scicli era molto conosciuto negli ambienti della movida.
Ora si attende l’autopsia e i relativi esami tossicologici, che diranno molte cose sull’ora della sua morte e sulla causa del decesso.