Cronaca Arezzo

Prescrive per un anno un farmaco troppo potente e il paziente muore per una dermatite

Medico di Arezzo condannato a pagare 100 mila euro

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Arezzo - Morire per una dermatite, secondo i giudici un medico di base di Arezzo avrebbe continuato a prescrivere per circa un anno un farmaco a un suo paziente che è successivamente finito in ospedale, dove poi è morto per una grave emorragia dovuta proprio al medicinale assunto. L’uomo non aveva moglie e figli per cui il Tribunale di Arezzo ha riconosciuto la responsabilità del medico di base condannandolo in solido con l’Asl a risarcire la sorella con 100 mila euro tra danni e spese legali. 

I giudici aretini nel processo hanno ricostruito l’intera vicenda prima di giungere alla sentenza pubblicata nei giorni scorsi. È venuto fuori che l’uomo dal 2014 al 2017 era in cura da un medico, un dermatologo, per una brutta dermatite che lo tormentava. 

Lo specialista lo ha curato con un farmaco molto potente, metotrexate che è un chemioterapico utilizzato anche in dermatologia per psoriasi e dermatiti ma a dosaggi bassi e sotto stretto controllo e osservazione, con analisi del sangue continue e altri esami, proprio per la pericolosità del farmaco. 

Nel 2017 il dermatologo sospende la cura definitivamente dopo averlo seguito nell’intero percorso di guarigione. L’uomo ha una piccola recidiva e si rivolge al suo medico di base chiedendogli se gli poteva prescrivere quel farmaco per proseguire la cura. Il medico di base acconsente e per oltre un anno, senza consultarsi col dermatologo che aveva interrotto la cura, e senza nessun tipo di controllo, secondo i giudici, gli prescrive il metotrexate e con dosaggi ritenuti molto pericolosi. L’uomo arriva all’ospedale di Bibbiena il 26 settembre del 2018 in stato di grave astenia ed iporeflessia, «con sanguinamenti dal cavo orale e rettale».

Nei successivi quattro giorni, dal 26 settembre al 30 settembre, purtroppo, le sue condizioni si aggravavano e muore. La perizia medico-legale disposta dal Tribunale di Arezzo è stata accolta in toto dai giudici che hanno quindi riconosciuto il medico di base come responsabile del decesso dell’uomo. «Il medico curante ebbe a commettere un errore non tanto nella prescrizione del farmaco (già a lungo utilizzato dal suo paziente) quanto nella posologia», inoltre non avrebbe effettuato nessun tipo di controllo e non si sarebbe mai consultato col dermatologo. Dopo la verifica della documentazione medica e delle testimonianze, i giudici hanno condannato il medico di base a risarcire la sorella della vittima, in solido con l’Asl che è responsabile civile dell’operato dei medici di famiglia, per «perdita del rapporto parentale».

Le emorragie interne dell'uomo, stando al resoconto processuale, erano così gravi da provocare quella che nel linguaggio medico si chiama «pancitopenia», un abbassamento repentino di tutti i livelli delle cellule del sangue: «La causa di morte dell'uomo è ricostruibile sulla base dei dati clinico-strumentali disponibili che sono tutti tutti orientati per un decesso da attribuire alla pancitopenia, di cui può essere indicato responsabile, con criterio del più probabile che non, proprio il methotrexate». Il caso giudiziario è chiuso.


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