Cronaca Modica

Quella nube nera a Modica: raccoglievano rifiuti per bruciarli

I poliziotti hanno sorpreso due uomini, padre e figlio, rispettivamente di 70 e 42 anni, incensurati, intenti a bruciare circa 30 copertoni

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Modica - La Polizia di Stato di Modica, dopo i controlli sul versante rivierasco in particolare sulle coltivazioni serricole, ha intensificato i servizi mirati alla repressione della illecita gestione dei rifiuti anche nelle campagne delle contrade modicane. In tale ambito l’attenzione degli agenti è stata attirata da una nube grigio nera molto alta, visibile ad ampia distanza, che insisteva in contrada San Giorgiuzzo. Sono stati allertati i Vigili del Fuoco, che prontamente si sono adoperati per raggiungere il luogo dell’incendio e quindi spegnere lo stesso. I poliziotti hanno sorpreso due uomini, padre e figlio, rispettivamente di 70 e 42 anni, incensurati, intenti a bruciare circa 30 copertoni (in buna parte già inceneriti), sia di auto che di autoarticolati e trattori, in un terreno di loro pertinenza; l’azione dolosa è stata immediatamente bloccata dagli agenti per evitare ulteriori conseguenze anche in termini di salubrità dell’aria.

Oltre ai copertoni bruciati, in più punti del terreno in questione, si sono rinvenuti stipati, anche tra la vegetazione ed in ordine sparso, altri copertoni usurati di auto e per la trazione di veicoli in generale, il tutto senza le necessarie autorizzazioni di legge in termini di raccolta e stoccaggio di rifiuti nonché smaltimento, il che ha aggravato la posizione dei due modicani. Per tali motivi, i due sono stati denunciati all’autorità giudiziaria in concorso per raccolta abusiva ed incenerimento di rifiuti, reati previsti rispettivamente dagli articoli 256 e 256 bis del decreto legislativo n.0152/2006 c.d. Codice dell’ambiente, mentre l’intero ampio terreno è stato sottoposto a sequestro preventivo per impedire la prosecuzione del reato. La pena edittale prevista per il primo reato è l’arresto da 3 mesi ad un anno o l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro, mentre il secondo reato contestato, più grave, prevede da 2 a 5 anni di reclusione nonché l’obbligo di bonifica con ripristino dei luoghi.


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