Palermo – Una grossa ferita sotto il mento, che potrebbe aver provocato la caduta dal burrone, ma nessun segno di strangolamento: sono le primissime tracce emerse dall’autopsia effettuata ieri pomeriggio al Policlinico di Messina sul corpo di Roberta Siragusa. La parte superiore del corpo della 17enne è bruciata: segno che l’assassino l’ha data alle fiamme, probabilmente quando era già stordita o deceduta visto che non risultano ustioni sule mani, con cui avrebbe provato a spegnere il fuoco. Sul volto tumefatto ci sarebbero però i segno di un’aggressione, oltre che dal volo dal precipizio con cui il killer s’è disfatto della povera vittima prima che il rogo l’avvolgesse completamente. Un gesto meditato dunque, per cancellare indizi.
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I risultati degli esami di laboratorio e i rilievi sull’auto del fidanzato, il 19enne Pietro Morreale, diranno di più su ciò che è successo domenica notte, prima nel parcheggio antistante lo stadio di Caccamo e poi sul belvedere del paese palermitano. Proseguono anche gli interrogatori: i carabinieri non escludono ancora che qualcuno abbia aiutato il ragazzo, in carcere con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Non solo nell’omicidio, ma anche nell’occultamento delle prove. Oggi i funerali di Roberta a Caccamo saranno celebrati dal'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.