Cronaca Cosenza

Rosa Vespa e Acqua Moses, chi sono i rapitori della neonata

La finta gravidanza, la festa, la tutina azzurra. Lei si era finta puericultrice

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/23-01-2025/rosa-vespa-e-acqua-moses-chi-sono-i-rapitori-della-neonata-500.jpg Rosa Vespa e Acqua Moses, chi sono i rapitori della neonata


Cosenza - La loro fuga, se così si può chiamare, è durata poche ore. Ma ai familiari della neonata rapita ieri, 21 gennaio, in una clinica di Cosenza saranno sembrate infinite. Rosa Vespa (53 anni) e Acqua Moses (43), moglie e marito, sono stati fermati nella loro casa di Castrolibero: secondo quanto si apprende da fonti investigative, quando gli agenti di polizia sono entrati erano in un corso i festeggiamenti per la nascita di un bambino, con tanto di banchetto. 

I due sono stati portati in questura, ascoltati dal pm di turno Antonio Bruno Tridico e poi trasferiti in carcere. Fondamentali per le indagini sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della clinica. Che hanno consentito di individuare subito l’identità della donna e di riuscire a rintracciare la coppia che aveva rapito la piccola. 

I due rapitori avrebbero simulato una gravidanza e fatto credere ai familiari che quella neonata fosse loro. Non solo: Rosa e Acqua (lei italiana, lui di cittadinanza senegalese) avevano finto di aver dato alla luce un maschietto chiamato Ansel. La bimba, non a caso, era stata vestita con una tutina azzurra. 

La donna l'8 gennaio aveva pubblicato su Facebook un post in cui ne annunciava la nascita scrivendo: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20.00 di oggi è nato Ansel. Mamma e papà ti amano». Il marito, che su Facebook scrive di essere un mediatore culturale presso la cooperativa Prosper onlus, aveva pure festeggiato sui social la «lieta notizia» ricevendo numerosi messaggi di auguri. 

Parenti e amici sarebbero quindi stati all'oscuro del rapimento e credevano che la povera neonata fosse davvero figlia della coppia. La donna, oltre ad aver simulato per 9 mesi la gravidanza, aveva detto di essere stata trattenuta nella clinica alcuni giorni in più del previsto per degli accertamenti, probabilmente per giustificare l'assenza del piccolo da quel posto dell'8 gennaio. Tutto era stato organizzato nei dettagli: persino gli allestimenti della festicciola erano di colore blu, proprio come se il neonato fosse di sesso maschile. 

Questa mattina la vera madre della piccola, Valeria Chiappetta, ha scritto un post su Facebook corredato da una bella foto: «Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell’Italia, vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi». «Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale - continua la donna - mentre io avevo perso le speranze. Un'intera città, anzi Regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che Sofia sta bene. Grazie, grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti». 

La piccola Sofia, accompagnata in clinica a bordo di un'ambulanza scortata dalle forze dell'ordine per essere riconsegnata ai genitori, è stata poi trasferita in serata all'ospedale di Cosenza per verifiche sul suo stato di salute. 

Saverio Greco, legale rappresentante del gruppo IGreco, proprietario della clinica "Sacro Cuore" di Cosenza, parlando con i giornalisti ha raccontato: «L'episodio si è verificato durante l'orario delle visite. I due sono riusciti a entrare dichiarando di essere venuti a trovare dei parenti». 

«Per fortuna, il sistema di videosorveglianza ha funzionato, consentendo alle forze dell'ordine di rintracciare i responsabili in tempi rapidi. In clinica entrano i parenti dei bambini per portare dolci e regali e noi non chiediamo i documenti a tutti. Anzi, spesso veniamo accusati di essere troppo fiscali nei controlli. È stata una giornata difficile, quanto accaduto ci farà ripensare il sistema con cui gestire gli ingressi d'ora in avanti», ha concluso. 

La piccola sta bene, ha mangiato e in mattinata è stata dimessa dall'ospedale dell'Annunziata di Cosenza dove era stata portata ieri sera per una serie di controlli dopo quanto le è accaduto. Il padre e la nonna la andranno a prendere all'Annunziata e poi dovrebbero andare a casa dopo avere preso anche la mamma che stamani dovrebbe uscire dalla clinica. «I genitori sono stanchi ma felici», ha detto la nonna. 

«Abbiamo perso un bambino due settimane fa». Sarebbe questa la motivazione fornita da Rosa Vespa e dal marito Acqua Moses agli inquirenti durante l'interrogatorio in seguito al fermo per il rapimento di Sofia. Il dolore per la perdita di un bambino sarebbe dunque alla radice del folle gesto della coppia, ma la versione fornita al pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, come scrive Cosenza Channel, è ancora tutta da verificare. Al momento, di certo c'è che l'8 gennaio la donna fermata aveva scritto un post sul suo profilo Facebook annunciando la nascita di un bambino, Ansel. L'ipotesi iniziale è che la donna abbia simulato per nove mesi una gravidanza anche con amici e parenti, ma le dichiarazioni della coppia aprono nuovi scenari d'indagine. 

La neonata è stata una «vittima casuale» dal momento che «nessun contatto» è emerso «tra la famiglia della piccola e i coniugi» che sono stati sottoposti a fermo. A dirlo è stato il capo della Squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti incontrando i giornalisti in Questura. Il funzionario ha anche sottolineato che le «indagini si concentreranno anche sulla sicurezza del punto nascite» della clinica Sacro cuore dove il rapimento è avvenuto. Ricostruendo quanto accaduto, Presti ha riferito che la donna fermata, Rosa Vespa, ha detto alla mamma della neonata di essere una «puericultrice e inoltre indossava la mascherina. Questo - ha aggiunto - ha fatto guadagnare tempo alla coppia». Il poliziotto ha poi spiegato che «è oggetto di accertamento se abbia o meno bussato ad altre stanza ma di certo è rimasta diverso tempo all'interno» della struttura, e che ci sono «indagini anche per capire se avesse fatto sopralluoghi» nei giorni precedenti dopo che sarebbe emerso che ieri avrebbe stazionato per diverse ore nelle vicinanze della clinica. 

Riguardo alla figura del marito di Rosa Vespa, Acqua Moses, apparso ignaro di quanto realmente era accaduto ad alcuni investigatori, Presti ha riferito che la «posizione del marito è da stabilire, ma sicuramente era presente nel momento dell'atto». Il capo della Squadra mobile ha quindi sottolineato che «descrizioni, servizi di video sorveglianza e conoscenza approfondita del territorio sono stati gli elementi che hanno portato alla risoluzione del caso».


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