Roma - Non ce l'ha fatta Fabiana De Angelis, la quarta donna colpita domenica mattina da Claudio Campiti. La donna è morta all'ospedale Sant'Andrea, dove era stata ricoverata subito dopo la sparatoria, avvenuta a Fidene, in un bar mentre si svolgeva una riunione di condominio, in via Monte Giberto. Gli organi della donna sono stati donati in un "prelievo multiorgano", come ha comunicato l'ospedale Sant'Andrea, che è terminato nella tarda mattinata del 14 dicembre.
"Un gesto di solidarietà che restituisce speranza a tanti pazienti e per il quale la comunità del Sant'Andrea esprime sincera gratitudine alla famiglia, cui si rinnova il sentimento di profonda vicinanza". La donna, colpita al collo con lesione a carotide e a una vertebra era stata operata e trasferita in rianimazione ma le sue condizioni erano subito apparse gravissime. Gli accertamenti effettuati dall'ospedale nelle ultime ore "hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile" ed "è stata dichiarata la morte cerebrale della paziente", come precisato dall'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea di Roma in una nota.Commercialista, 50 anni, De Angelis era sposata e lascia due figli di 14 e 16 anni. Viveva a Roma, in piazza Bologna, assieme alla famiglia.
La mattina di domenica scorsa Campiti, 57 anni, ha sottratto una pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto e poi ha fatto irruzione nel gazebo di un bar nella zona di Colle Salario, dove era in corso una riunione dei soci del Consorzio Valleverde, nel Reatino, con il quale da anni era in lite. Ha fatto fuoco, lasciando a terra tre donne e ferendo altre tre persone, tra cui la più grave era appunto De Angelis. Con sé aveva il passaporto, lo zaino pieno di vestiti e oltre seimila euro in contanti: secondo gli inquirenti progettava la fuga. Questo, e la sottrazione dell'arma dal tiro a segno di cui era appassionato socio da quattro anni, fanno pensare ai magistrati a un delitto premeditato. Che si è compiuto a più di ottanta chilometri da Ascrea, in provincia di Rieti, dall'edificio mai terminato nel cui seminterrato l'uomo si era insediato dopo la separazione dalla moglie.
Le altre vittime
Le altre vittime si chiamavano Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano. Sperandio, pensionata e consigliera del consorzio aveva 71 anni, Silenzi, segretaria contabile, ne aveva 55, Golisano, commercialista revisore dei conti, 50. Elisabetta Silenzi aveva 55 anni. La donna era l'unica dipendente pagata del consorzio, di cui era segretaria contabile. Separata dal marito, aveva due figlie e viveva ad Albano. “L’ho chiamata per dire che ritardavo ma non mi ha risposto”, racconta il legale del consorzio.
Nicoletta Golisano, 50 anni compiuti da poco, commercialista revisore dei conti con studio all'Eur, era sposata e aveva un bambino di dieci anni. A ricordarla su Facebook è la premier Giorgia Meloni, che di Nicoletta Golisano era amica.
"Era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d'arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma. Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così". Sabina Sperandio, di 71 anni, era una consigliera del consorzio, "una persona carissima, tranquilla, una pensionata - la racconta un parente - Una donna tranquilla che non aveva mai menzionato problemi del consorzio".
Ma ci sono stati anche due feriti: Bruna Martelli ancora ricoverata e Silvio Paganini, il 67enne impiegato nel settore del turismo. Lui è l'eroe che ha fermato e disarmato il killer di Fidene. L'uomo è stato dimesso dopo il ricovero al Gemelli.