Cronaca Palermo

Stuprata dal branco a Palermo, ora sequestrata: "Volevano ritrattassi"

Stuprata dal branco a Palermo, la vittima: «Sequestrata e minacciata di morte, volevano ritrattassi un'altra denuncia»

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Palermo - Rapita e minacciata di morte affinché ritrattasse l’accusa. C’è un nuovo episodio, su cui bisogna ancora fare chiarezza, che ha fatto ripiombare nel terrore la ragazza vittima, l’estate scorsa, dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo.

Ieri, giorno di Pasquetta, la ventenne si trova con il fidanzato e altri amici a Ballarò, nel centro storico della città. 

Arriva una macchina con a bordo un ragazzo che inizia a insultarli. È la stessa persona che in passato, e prima dei fatti del Foro Italico, avrebbe tentato di violentare la giovane. La ventenne ne aveva parlato nella stessa denuncia che ha portato all’arresto dei sette giovani componenti del branco. 

I due episodi si intrecciano anche per ciò che è accaduto la notte della violenza di gruppo. Prima di andare in ospedale la vittima era stata avvicinata da tre uomini. «Indegna, ti ammazzo», urlava uno di loro tenendo in mano una bottiglia di vetro. La ventenne lo aveva riconosciuto perché un mese prima aveva tentato di violentarla assieme ad altre due persone. Li aveva incontrati casualmente nella zona della stazione centrale. Con la scusa di offrirle un passaggio l’avevano condotta in una zona buia vicino al teatro Politeama. 

Uno dei tre «mi ha presa di forza e mi ha buttato a terra, ho preso lo spray al peperoncino e l’ho spruzzato. Ho sentito il ragazzo robusto che diceva "se ti rivedo ti ammazzo"». Dopo quel racconto la Procura della Repubblica ha aperto d'ufficio un’inchiesta iscrivendo il giovane indicato dalla vittima nel registro degli indagati. 

Sarebbe la stessa persona che ieri ha minacciato, assieme alla madre, la ventenne sotto gli occhi del fidanzato. L’avrebbero costretta a seguirla puntandole un coltello alla gola. «Ci hai rovinato la vita», urlavano. Una volta a casa la ragazza sarebbe stata picchiata. Volevano che ritrattasse l’accusa. All’inizio il fidanzato non avrebbe denunciato perché temeva una violenta ritorsione. Poi ha deciso di andare in caserma. Mentre raccontava tutto ai carabinieri della compagnia di piazza Verdi ha visto arrivare la fidanzata assieme al giovane e alla madre che l’avevano rapita. «Sono loro, sono loro», ha detto il giovane. Gli investigatori stanno cercando riscontri al racconto.


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