Agrigento - “Spero che vi siate fatti pagare bene”, “Ci vediamo in tribunale con gli avvocati”, “Siete incostituzionali”, "Vergogna, vi auguro di fallire", "Non metterò più piede in questo posto, stiamo facendo passaparola... non andate!", "Sono contro la violazione dei diritti umani e le leggi razziali: non sarò mai vostra ospite!". Clienti inorriditi da una bettola in pessime condizioni igienico sanitarie? O da uno staff neonazista che sbarra l’ingresso ai migranti? Macché. Andrea Franco, 29 anni - che gestisce, insieme al fratello Mirko di 27, il ristorante e stabilimento balneare La Rotta a San Leone - ha solo imposto il green pass ai clienti per entrare e sedersi ai tavoli.
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Andando contro il suo stesso interesse economico, e anticipando quella che presto diventerà una norma nazionale varata dal governo. “Io non sono contro nessuno, sono per la libertà assoluta ma la situazione è delicata - si difende, intervistato dall’HuffPost -. Siamo ancora nel pieno di un’emergenza sanitaria e i vaccini, numeri alla mano, hanno acceso la luce fuori dal tunnel. Ci è sembrata una decisione logica, per tutelare la nostra salute e quella dei clienti”. Tra l’altro, la regola è valida solo dal dopocena in poi, quando il locale-spiaggia s’affolla di gente fino alle ore piccole.
Ma per tanti fanatici non importa, è una questione di principio, e da quando l’hanno introdotta - il 15 luglio scorso - disdette, insulti e recensioni negative sono cascate a pioggia sulle pagine social dell’esercizio (foto) e su Google. Franco è rimasto sbigottito e, anzi, non capisce “come tutti gli altri ristoratori e albergatori che hanno subito un danno enorme non facciano lo stesso, col rischio di nuove chiusure: forse stanno mirando a recuperare le perdite degli anni passati ma potrebbe essere controproducente, dovrebbero guardare in lungo”. L’iniziativa ha raccolto però anche il plauso di altri cittadini, che non tarderanno a prendere il posto lasciato vuoto dagli ex proprio in virtù della sicurezza garantita.